“La Sicilia in ambito di ricorsi tributari ha una mostruosa pendenza. Oltre 15 mila ricorsi sono stati presentati da gennaio a giugno del 2018 che si aggiungono alla giacenza di 97 mila ricorsi. Di questi ne sono stati definiti 23 mila e 600. Ne restano 88.914. Il doppio rispetto alla Calabria che ne conta 45 mila. Il record spetta alla commissione provinciale di Catania con quasi 40 mila di cause pendenti, seguita da 15 mila a Siracusa, 11 mila e 600 a Palermo e 11.217 a Messina”.

E’ l’analisi impietosa del presidente della commissione Tributaria regionale presentata questa mattina nel corso dell’inaugurazione dell’anno tributario che si è svolta nella sede della Facoltà delle Scienze giuridiche ed economiche. “Dati per apprezzare le sempre più crescenti difficoltà della commissione tributaria regionale – aggiunge Savoca – dove confluisce una buona pare della sopravvenienza delle nuove iscrizioni in primo grado come quelle anomale a Messina dove in un anno si registrano 2234 appelli pari al 23% del totale delle iscrizioni della commissione regionale. Il presidente della commissione di Messina spiega questo fenomeno legato alla generale crisi economica in provincia che induce molte parti a promuovere ricorsi anche per cause di modesto valore che data la presenza di un elevato numero di difensori abilitati all’assistenza nel distretto hanno poi anche interesse a proporre appello”.

“Un progressivo, rilevante e continuo flusso di trasferimenti, di assunzioni di funzioni superiori, di cessazioni dal servizio per limiti di età o per altre ragioni, cui si è anche aggiunto un numero crescente di dimissioni che hanno specificamente interessato i magistrati ordinari, ha determinato condizioni di assoluta emergenza alla quale non è stato posto alcun rimedio e che, quale primo risultato, ha avuto quello di rendere necessaria la contrazione del numero delle sezioni attive, con il congelamento progressivo di ben otto sezioni per mancanza di componenti in numero adeguato ad assicurare la formazione e il funzionamento dei collegi giudicanti”. Lo ha detto il presidente Commissione Tributaria regionale della Sicilia, Giuseppe Savoca, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario tributario 2019, nell’aula magna della Facoltà di Giurisprudenza a Palermo.

“Se la politica vorrà davvero dare corso a un indirizzo di discontinuità, – ha aggiunto Savoca – doverosamente rispettoso delle preziose professionalità acquisite, evitando accuratamente di considerare la questione come un problema occupazionale, con la necessaria ponderazione sulle opzioni possibili, dovrà comunque ricondurre la scelta alla reale e semplice alternativa tra giustizia professionale specializzata e giustizia onoraria, e decidere se affidare “a giudici a tempo pieno” o a giudici “a tempo perso” la tutela dell’interesse dei cittadini a un giusto processo, con l’avvio di un percorso di reale cambiamento nella Giustizia Tributaria, atteso da troppo tempo”. “Quindi, una linea d’intervento – conclude Savoca – tesa a valorizzare la giurisdizione tributaria quale giurisdizione di controllo dell’esercizio del potere impositivo dello Stato, e a sciogliere in senso positivo le larghe riserve sulla affievolita apparenza di terzietà e indipendenza della stessa in ragione della dipendenza economica e “strutturale” dal MEF, parte del giudizio tributario”.

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