Cgil e Fisac siciliane tornano chiedere “un urgente ricambio al vertice di Riscossione Sicilia, includendo in questa operazione il management nominato dall’amministratore Antonio Fiumefreddo”. Il sindacato torna alla carica sull’argomento dopo la bocciatura dei giorni scorsi della Corte dei Conti per quanto riguarda gestione e risultati della società.

“Le sezioni riunite- scrivono in una nota Cgil e Fisac- confermano la nostra analisi: il periodo amministrato dall’avvocato Fiumefreddo è stato il peggiore degli ultimi anni sia in termini di risultati, che in termini di progettualità per uscire dalla crisi che ha investito la società”. Cgil e Fisac fanno notare che l’unico elemento positivo del 2015 in Riscossione Sicilia, secondo la Corte dei Conti, è costituito dai risparmi conseguiti. Ma anche in questo caso – sottolineano- non si tratta di riduzione delle spese di gestione, che invece parebbero aumentate, ma di risparmi ottenuti negando ai lavoratori ed alle lavoratrici di Riscossione Sicilia parte del loro salario, peraltro rinnegando la firma sugli accordi sottoscritti”.

Il sindacato parla inoltre di “minor riscosso e nessun progetto, di nessuna sinergia con Equitalia, di nessuna riduzione del tasso di interesse bancario passivo sui conti dell’azienda, di nessuna riorganizzazione aziendale” e denuncia
“l’uso assolutamente improprio che si sta da tempo facendo del ruolo di vertice di Riscossione Sicilia, con affermazioni pubbliche che ingenerano solo confusione nell’opinione pubblica”.

Fisac e Cgil chiedono dunque al governo regionale “una verifica su quanto sta avvenendo in Riscossione Sicilia, stante il ruolo di indirizzo e verifica che loro compete”. E di avviare subito la discussione per arrivare alla riforma della riscossione in Sicilia voltando nel frattempo pagina con cambio di uomini e metodi prima l’Assemblea regionale sia chiamata ancora una volta a ricapitalizzare Riscossione Sicilia”. “Finora l’amministratore Fiumefreddo- sostengono i sindacati- con i pochi provvedimenti attivati, ha gettato nel caos la struttura declassando le Sedi provinciali, sguarnendole di funzionari, annullando avanzamenti di carriera in assenza di giudizio, aumentando di fatto il numero dei soli Dirigenti ed i costi per lo spostamento del personale, demotivando tutti i dipendenti e creando disagi ai cittadini e questo non è più accettabile, né sostenibile”.

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