Continua a tenere banco la fusione di Riscossione Sicilia con Agenzia delle Entrate, “Definire in via d’urgenza una proposta da presentare al Governo nazionale sul futuro del servizio di riscossione nel territorio regionale”. E’ quanto dispone una risoluzione della Commissione Bilancio all’Ars, sul futuro di Riscossione Sicilia. L’ente siciliano che si occupa della riscossione dei tributi, secondo un progetto di fusione, dovrebbe confluire alla statale Agenzia delle Entrate. L’iter nei mesi scorsi però si è impantanato a causa della difficile situazione economica in cui versa la stessa Riscossione Sicilia.

Da Roma ora si attende una proposta dall’Ars al fine di porre in essere “ogni conseguente utile iniziativa presso il Governo e le Camere del Parlamento nazionale”, così si legge nella risoluzione del Parlamento siciliano e “in subordine ad avviare le procedure per la creazione di un nuovo soggetto giuridico strategico per la riscossione dei tributi e delle imposte nella Regione”.

Fino ad oggi la trattativa a livello ministeriale non ha prodotto risultati di rilievo con buona pace dei siciliani e dei lavoratori di Riscossione, finiti in un limbo.

Una legge regionale del 2017 autorizza la giunta siciliana a sbarazzarsi di Riscossione Sicilia spa. Questa dovrà passare in gestione allo Stato e ed essere assorbita dall’Agenzia delle Entrate. Fondamentale per il passaggio è la stipulazione, entro il 31 dicembre 2019, di una convenzione con il Ministero dell’Economia. Un’ipotesi messa sul piatto è la creazione di un altro ente parastatale, quindi indipendente dall’Agenzia delle Entrate, che possa gestire la riscossione dei tributi nell’Isola. Ipotesi largamente criticata dai sindacati.

È lo stato economico-finanziario di Riscossione che continua a preoccupare il Ministero dell’Economia. Da un vertice societario del 12 giugno sarebbe stata confermata la grave crisi finanziaria della società siciliana, causata da un debito che si aggira sui 400 milioni si euro nei confronti dello Stato, della Regione e del Monte dei Paschi di Siena. E, a queste condizioni, appare difficile che l’Agenzia delle Entrate possa acconsentire alla fusione. Il Governo regionale, questo quello che chiedono dal Ministero dell’Economia, dovrà apportare nuova linfa alla società prima del passaggio di consegne e fare una proposta congrua.

Intanto per il Movimento cinque stelle “il Governo regionale continua a giocare a nascondino”. “A proposito di Riscossione Sicilia Spa non conosciamo ancora gli obiettivi che si vogliono perseguire, mentre la risoluzione approvata oggi a maggioranza in commissione Bilancio non aggiunge nulla di nuovo allo stallo che il governo sta continuando ad alimentare”. Lo dicono i deputati regionali Luigi Sunseri, Sergio Tancredi e Stefano Zito, che sul tema hanno presentato un’interrogazione all’Ars indirizzata al presidente della Regione e all’assessore regionale per l’Economia.

Altra criticità che riguarda l’ente siciliano è quella concernente i lavoratori. A oggi, infatti, i dipendenti di Riscossione non sanno quale sarà il loro futuro in vista della fusione che dovrebbe giungere alla fine della trattativa tra Stato e Regione siciliana.  “Il Governo regionale non giochi a nascondino – proseguono i deputati – sulle spalle dei 700 dipendenti di Riscossione Sicilia Spa. Si chiarisca quale strada si vuole seguire per la società incaricata di gestire la riscossione dei tributi e delle altre entrate della Regione Siciliana. Le possibilità sono due: creare un nuovo ente regionale di natura pubblica o trasferire le competenze all’Agenzia delle Entrate nazionale”.

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