Confcommercio Palermo vuole vederci chiaro sulla ritardata conclusione dei lavori per l’anello ferroviario che stanno causando oltre ai disagi a cittadini e imprenditori, danni patrimoniali incalcolabili alle attività commerciali, soprattutto in viale Lazio e in via Emerico Amari.
Per questo Confcommercio ha inviato una lettera di diffida a Rfi, Italferr e Comune di Palermo
che è anche una formale richiesta di accesso agli atti e alla documentazione sui lavori per valutare eventuali responsabilità nei ritardi.
Lo conferma Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, in una intervista rilasciata a “La catapulta”, il programma mattutino di Radio Action condotto da Mario Caminita.
“Non possiamo rischiare – precisa subito Di Dio – di vedere la città trasformata in cantiere per i prossimi 20 o 30 anni. I commercianti coinvolti nei lavori avevano adottato un criterio di buon senso, ovvero quello di adeguarsi a ‘soffrire’ per un periodo in funzione di un’opera che è di interesse collettivo. Ma l’opera non c’è e non si sa se ci sarà. Ora è inaccettabile che i mesi siano trascorsi quasi senza alcuna evoluzione, impegnando ancora altre aree della città e mettendo in estrema difficoltà sia i commercianti che i residenti”.
La valutazione di Confcommercio è chiara, una sorta di aut-aut: o vengono ultimati i lavori, con la consegna dell’opera, o vengono ripristinate le aree, in pratica smontando tutto. E per la città sarebbe davvero una brutta sconfitta.
“Il ritardo è gravissimo – aggiunge Di Dio – e non abbiamo capito di chi è la responsabilità.
Sappiamo per certo che tutto questo sta determinando la morte delle imprese e dei commercianti, che potevano resistere mesi, non certo anni”.
E ancora: “ Sebbene non ritenevamo di essere i soggetti istituzionali che dovevano trovare una soluzione, ci siamo fatti carico di chiedere un accesso agli atti urgente, prendendo spunto dalla delibera dell’Anac, l’Autorità anticorruzione, che segnala una serie di problematiche vistose in merito ai lavori”.
Il Comune di Palermo non ha fatto comunicazione alcuna a tal proposito. Di certo, come sottolinea la presidente di Confcommercio “se il Comune dovesse incorrere nel pagamento di penali per i ritardi nei lavori, questi soldi uscirebbero dalle tasche dei cittadini. Ciascuno per le proprie competenze deve assumersi la responsabilità di proseguire con i lavori invece si ha la sensazione di essere finiti in una palude non sapendo come uscirne. Bisogna restituire le strade, diventate trincee, ai cittadini”.
Commenta con Facebook