Saldi in Sicilia. La stagione dei saldi è iniziata già da un paio di settimane ed è folle la corsa agli acquisti in questo fine settimana in cui il mare è mosso ed il tempo instabile,  da parte dei consumatori singoli e famiglie intere, che fanno a gara per accaparrarsi l’affare giusto, al momento giusto, nel negozio giusto.

La gente compra nel corso della stagione dei saldi in Sicilia ed i commercianti sono soddisfatti nella maggior parte dei casi dall’avere recuperato il terreno perduto nei primi mesi dell’anno dove la crisi, che per i politici al governo è alle spalle, morde le tasche delle persone comuni che hanno sempre meno risorse per soddisfare bisogni diversi da quelli strettamente necessari.

La domanda spontanea, per chi partecipa a questa rincorsa all’affare migliore, è comunque sempre la stessa: ma questi sconti sono reali?

Si insinua infatti nella mente dei consumatori un dubbio, il dubbio che quegli sconti che dopo due settimane arrivano ad oltre il 50% siano soltanto uno specchietto per le allodole, una leva di marketing per spingere agli acquisti i più reticenti.

I prezzi di partenza, in molti casi, sembrano gonfiati. Sorge forte l’impressione che quegli sconti rimangano soltanto sulla carta, soprattutto nei negozi che non trattano le grandi firme dove una semplice giacchetta in cotone scontata del 50% parte da un prezzo superiore ai 350 euro.

La consolazione dello sconto importante non basta, la sensazione di essere oggetto di una truffa si fa strada. E prosegue così la ricerca del prezzo migliore e della selezione del commerciante più onesto che comunque per fortuna esiste anche se sembra introvabile.

Certo, le autorità competenti non sembra facciano molto caso a queste circostanze ed a verificare il corretto comportamento dei commercianti. Chi controlla la regolarità di questa fase del mercato? Chi assicura il consumatore che quel negozio o quell’altro non gonfino i prezzi di listino prima di applicare favolose percentuali di sconto?

Nessuno. O quasi. Ed ecco che a noi consumatori non resta altro che tornare a casa con buste piene e i portafogli vuoti con quella sensazione fastidiosa di essere stati gabbati per l’ennesima volta  dalle leggi di un mercato corrotto e dall’inerzia di autorità sempre più distanti dalla gente.

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