Sale la tensione in casa Centrodestra in Sicilia. Il tempo, invece di spegnere gli elementi di scontro, sembra fomentarli e per la prima volta le tensioni non restano sopite e potrebbero non manifestarsi nel segreto dell’urna di sala d’ercole ma diventare palesi.
Schifani vola a Roma da La Russa
Così, percependo la situazione, il governatore vola a Roma per incontrare il suo principale riferimento in casa Fratelli d’Italia, il Presidente del Senato, il siciliano Ignazio la Russa. Almeno questo quello che racconta l’edizione di Palermo di Repubblica in edicola oggi. Con lui intenderebbe discutere di quel che succede in Sicilia a partire dalla scelta di confermare Salvatore Iacolino a Dirigente generale della sanità scelta che non è andata giù a Fratelli d’Italia.
La posizione di Fratelli d’Italia in Sicilia
La posizione di Fratelli d’Italia in Sicilia l’ha espressa con chiarezza il commissario straordinario Luca Sbardella che è arrivato a dire che il suo partito prende atto che per Schifani “Non è un valore l’unità della coalizione”.
Nella maggioranza si è lasciata scivolare quella frase puntando su un altro aspetto delle dichiarazioni di Sbardella che considerava probabili “tensioni all’Ars in apertura della discussione sulla Finanziaria quater, almeno nei primi giorni di lavori”.
Quei “primi giorni” sono stati letti come una tensione che poteva andare scemando ma il fine settimana, invece, ha mostrato segnali opposti: la tensione sale.
Un’offesa politica
I meloniani di Sicilian considerano quella nomina una sorta di “offesa politica” alla luce del fatto che avevano manifestato il giorno antecedente le loro perplessità. un confronto che non aveva portato ad una sintesi ma rispetto al quale, lasciando in massa la giunta e consegnando la sola lettera di Mario La Rocca, pensavano si prendesse tempo.
Schifani e la scelta tecnica
Ma per il governatore la scelta è tecnica, non politica e altre scelte sono state fatte con loo stesso metro. mentre per Forza Italia quei posti (Dirigente generale Pianificazione Strategica in sanità e manager asp 6) erano già azzurri e tali dovevano restare in base agli equilibri di maggioranza.
Una questione che rischia di diventare di “principio politico” più che di sostanza






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