Si è insediato questa mattina il nuovio CdA dell’irca presieduto da Sami Ben- Abdelaali e da Adoldo Landi e da Angela Maria Peruca in qualità di consiglieri. Il passaggio di consegne fra il commissario straordinario uscente Antonio Carullo e il presidente Sami Ben Abdelaali è avvenuto nella sede dell’Istituto, a Palermo, alla presenza del Collegio straordinario dei revisori, presieduto da Marcello Giacone e del direttore generale dell’ente Vincenzo Minì.

Il neo presidente ha incontrato il “personale al quale ha chiesto di impegnarsi per un rilancio dell’istituto che è un interlocutore fondamentale per le imprese cooperative siciliane, alle quali consente un accesso al credito trasparente e rapido, applicando alle operazioni di finanziamento diretto un tasso di interesse assai basso – attualmente parti allo 0,27% annuo, consentendo così a queste imprese , afflitte da problemi di sottocapitalizzazione e di mancanza di liquidità e spesso non affidate dalle banche tradizionali, di potere presentarsi sul mercato con maggiori caratteristiche di solidità finanziaria”. Sami ben Abdelaali, per sua parte, ha garantito il massimo impegno da parte del consiglio di Amministrazione per assicurare la crescita ed il consolidamento dell’Ircac.

 “Prosegue senza sosta l’operazione di occupazione ‘manu militari’ di posti chiave dell’Amministrazione e delle sue società controllate da parte di Crocetta, che non esita a compiere spregiudicate operazioni molto discutibili sul piano giuricico e certamente da condannare sotto il profilo politico e morale”. Commenta Roberto Di Mauro, capogruppo del MPA all’ARS. “Non possiamo infatti non ricordare – prosegue Di Mauro – che Ben-Abdelaali, soggetto esterno all’Amministrazione regionale, non è stato sottoposto ad alcun vaglio, grazie ad un escamotage che ne ha visto la precedente nomina (appena due giorni prima del decreto riguardante la carica di Presidente IRCAC) all’interno di un Gabinetto assessoriale. In questo modo è stato impedito all’Assemblea Regionale di vagliare titoli e competenze ed esprimere il proprio parere vincolante. Una simile prassi, paradossalmente non può che alimentare i sospetti che titoli e competenze fossero del tutto inadeguati al delicato ruolo di governo di un ente che svolge una importantissima funzione a servizio dell’economia e dell’imprenditoria cooperativa siciliana”.

Per Di Mauro, “è un comportamento che non solo mortifica il ruolo dell’Assemblea Regionale, ma offende anche proprio il mondo della cooperazione, che meriterebbe un maggiore coinvolgimento in scelte che ne possono pesantemente condizionare l’operato in Sicilia”.