Dante, Beatrice, Paolino, Francesca, Pia De’ Tolomei e Lucia. C’è un pezzo di Divina Commedia nei fatti occorsi il due dicembre scorso presso quella che gli animalisti chiamano ormai la “fabbrica degli orrori”. Si tratta in realtà dell’ex fabbrica del lievito del quartiere palermitano dell’Arenella che, ancora una volta, si è evidenziata per la “produzione” di cani ridotti ai minimi termini.

Ad intervenire lo scorso due dicembre, dietro segnalazione dei volontari palermitani, fu il Nucleo Cinofilo della Polizia Municipale guidato dal Commissario Medici. In particolare a preoccupare furono le condizione di due cani, Dante e Beatrice, che oggi stanno decisamente meglio anzi “benino” come riferisce Salvatore Libero Barone, uno dei volontari presenti quel giorno. I due cani hanno però la leishmania e dovranno essere curati. Gli altri quattro destano minori preoccupazioni anche se uno di loro soffre di una insufficienza cardiaca ed i valori clinici non sono buoni. Si dovrà curare.

Ignote le cause di tanta incuria. Si sospetta che  potessero essere utilizzati come “cavie” per i cani combattenti, oppure come fattrici o semplicemente dimenticati nel posto perchè nessuno voleva loro badare. Non è la prima volta. Dallo scorso mese di maggio, proprio dagli stessi locali dell’Arenella,  sono stati portati via ben quindici cani. Evidentemente quel posto non è poi così impermeabile ai non addetti; qualcuno continua ad utilizzarlo per chissà quali scopi.

Gentaglia e delinquenti – affermano gli animalisti – continuano bellamente ad entrare e a gestire i loro sporchi traffici. Bisogna fermare questo scempio. Altrimenti presto saremo punto e a capo“. Per i cani de “La Fabbrica degli Orrori” è stato ora creato un evento fecebook ma la speranza è che qualcuno, in possesso di informazioni utili, si faccia avanti contribuendo così ad individuare i responsabili, probabili recidivi.

Intanto per Dante e Beatrice, così come per gli altri quattro sfortunati cagnolini, il vento è cambiato ed un po’ di atmosfera natalizia è arrivata anche per loro, in attesa del miglioramento delle condizioni di salute e dell’auspicabile adozione.
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