Sta bene e adesso cerca una famiglia che possa adottarlo e amarlo per scrivere il lieto fine sulla sua assurda storia.
Stiamo parlando di Achille, il cucciolo di cane che sabato pomeriggio un uomo ubriaco ha cercato di uccidere al Foro Italico, davanti decine di palermitani sbigottiti.

Una ferocia senza precedenti quella dell’uomo la cui aggressione all’animale è iniziata quando, strattonandolo per le zampe anteriori, lo ha trascinato in acqua cercando di annegarlo.

Una scena che Giuseppe Grassadonia, un ragazzo presente sul posto, non potrà più dimenticare. E’ stato lui a chiamare le forze dell’ordine perché intervenissero. Ma poco prima dell’arrivo delle volanti, l’aggressore, uno straniero che ha inveito contro i presenti senza che questi riuscissero a comprendere cosa dicesse o a sottrargli l’animale, ha proseguito con le crudeltà contro il cagnolino. A morsi gli ha infatti strappato le punte delle orecchie.

Gli agenti, arrivati il prima possibile, hanno fermato l’uomo che ieri è stato processato, ed affidato il cane, che è stato chiamato Achille, alle cure di una clinica veterinaria.
“E’ ancora sotto terapia antibiotica per le ferite riportate – spiega il veterinario Fabrizio Rizzo – ma Achille gode di ottima salute. E’ stato tenuto sotto osservazione per 24 ore e non sono riscontrati problemi. E’ sano”.

Ad occuparsi di Achille al momento è la volontaria Ilenia Rimi, che coglie l’occasione per chiedere attenzione verso le sempre più frequenti angherie contro gli animali che si consumano per strada.
“Purtroppo – racconta – non è la prima volta che accade. C’è anche un’altra cucciola che abbiamo salvato dalle bastonate di un ubriacone che voleva forse ucciderla. Se le forze dell’ordine non fossero intervenute Achille non ce l’avrebbe fatta. Per questo chiediamo l’aiuto di tutti, ma soprattutto delle forze dell’ordine affinché, ricevuta una segnalazione di maltrattamento di animali, intervengano nel più breve tempo possibile”.

Questi due sfortunati cagnolini cercano casa, un posto dove sentirsi protetti ed al sicuro e ricredersi sulla troppo frequente ‘bestialità’ – è proprio il caso di dirlo – del genere umano.