Traballa la poltrona del manager dell’Asp di Trapani Ferdinando Croce dopo lo scandalo dei referti istologici in ritardo con alcuni pazienti che hanno dovuto aspettare fino a 8 mesi per avere il responso. Adesso non sono più soltanto voci sull’intenzione del governatore di sospenderlo, se non rimuoverlo dall’incarico. E’ arrivata in queste ore sulla scrivania del governatore la relazione degli ispettori mandati a Trapani.

Una catena di omissioni

Dietro questa vicenda ci sarebbe una catena di “grave gestione” da parte della dirigenza generale dell’Asp di Trapani con ritardi, omissioni, informazioni parziali e comunicazioni non tempestive. E’ quanto emerge dal documento dell’assessorato regionale alla Sanità con allegata la relazione degli ispettori della Regione consegnati al governatore Renato Schifani, di cui riferisce, in queste ore, l’agenzia di stampa Ansa. Sarebbero sette le contestazioni rivolte dagli ispettori all’Asp. La vicenda riguarda 3.308 esami istologici tenuti nei cassetti dall’Azienda sanitaria e di questi circa 170 erano referti poi risultati positivi e dunque malati di cancro che non hanno saputo per tempo della loro patologia.

“I ritardi accumulati dall’Asp di Trapani nell’erogazione di prestazioni indispensabili, che a tutela della salute della persona devono essere erogate con la massima tempestività, e che, pertanto, hanno generato allarme nella popolazione – oltre a mettere a repentaglio la salute dei cittadini – evidenziano gravi responsabilità gestionali, a cui la direzione aziendale avrebbe dovuto porre rimedio con l’adozione di concreti interventi, anche di monitoraggio, che avrebbero fornito l’esatta dimensione della gravità del fenomeno”, si legge nel documento dell’assessorato alla Salute. Per gli ispettori regionali “sono emerse criticità gestionali, di verifica e di controllo, divenute particolarmente gravi e discendenti dalla sottovalutazione della problematica da parte dei vertici strategici ed aziendali nel sistema di erogazione di prestazioni sanitarie”.

Attesa un’altra ispezione dal Ministero

Anche il ministero della Salute ha deciso di inviare in Sicilia gli ispettori. La loro indagine comincerà la prossima settimana.

Secondo gli ispettori regionali anche il ministro Orazio Schillaci sarebbe stato indotto a sottovalutare la questione nella sua risposta all’interrogazione parlamentare di Mulè, perché ai suoi uffici l’Asp di Trapani avrebbe fornito dati parziali.

Il dilemma di Schifani e le attenuanti per Croce

Schifani ora pensa ad una sospensione per Ferdinando Croce, manager al centro degli attacchi delle opposizioni e della pubblica opinione. Ma il tema è complesso. Croce è esponente di Fratelli d’Italia e per il partito della Meloni è anche assessore a Giardini Naxos. Sulla vicenda dei referti in ritardo, inoltre, le responsabilità potrebbero non essere solo sue. A luglio del 2024 l’Asp aveva lanciato l’allarme comunicando la difficoltà anche all’assessorato e lanciato anche un interpello alle altre Asp e ospedali dell’isola chiedendo aiuto e proponendo una convenzione per smaltire l’arretrato. appelli caduti nel vuoto fino allo scoppiare dell’emergenza, al piano in sette punti e all’intervento del governatore

Bisogna dare un esempio

Ma per Schifani chi sta al vertice deve assumersi le responsabilità degli errori anche degli altri “Sulla vicenda dei referti in ritardo all’Asp di Trapani sento di scusarmi nei confronti di quelle persone che in questi momenti stanno ricevendo i risultati positivi, purtroppo, sulle loro patologie. Non ho responsabilità diretta sulla questione, ma in politica chi sta al vertice deve assumersi responsabilità che non sono sue, facendo propri anche gli errori altrui. Errori commessi, per i quali saremo estremamente rigorosi. La percentuale di referti positivi è del 5%, quindi sono circa 160-170 i casi. Si stanno raggiungendo in queste ore le famiglie per informarle, in maniera tale che si accelerino i processi di terapia” aveva detto ieri Schifani, a Catania a margine dell’incontro sugli 80 anni del quotidiano La Sicilia..

Non deve succedere mai più

Sul piano dell’Asp trapanese in 7 punti per affrontare l’emergenza, Schifani ha commentato evidenziando che “forse se i sette punti si fossero messi in atto prima non staremmo qui a disquisire di questo tristissimo episodio che sta toccando le coscienze non soltanto dei siciliani, ma di tutti gli italiani. Fatti del genere non possono più verificarsi in Sicilia: non possiamo consentirlo, né lo consentiremo”.

La difesa di Croce

Ma a Trapani non ci stanno e un gruppo di dipendenti dell’Asp lancia una petizione in difesa del manager auspicando che resti alla guida dell’azienda.

“Episodi come quelli degli ultimi giorni non consegnano alla collettività un’immagine pulita e meritevole di apprezzamento e addolorano tutti, soprattutto gli operatori di questa azienda – scrivono nella petizione – noi che siamo le braccia operative di questa realtà, non possiamo rimanere fermi a guardare senza manifestare il nostro sostegno al direttore generale”. Per chi ha lanciato la petizione, Croce “fin dal primo ingresso nella nostra azienda ha dimostrato gentilezza, sensibilità e rispetto per i propri collaboratori. Un giovane palesemente e oggettivamente competente e preparato, coraggioso e desideroso di fare bene il proprio lavoro, motivando tutti i suoi collaboratori, appartenenti a ogni qualifica professionale”. I promotori della petizione si augurano che Croce “possa continuare a guidare la nostra azienda con la serietà, la competenza e il garbo che lo contraddistinguono”.

In passato queste azioni non hanno funzionato, tutt’altro

Una cosa simile era successa mesi fa a Villa Sofia di Palermo dove quasi tutti i primari difesero il direttore sanitario dimissionario ma questo non cambiò le cose e sia il direttore sanitario che, in seguito, il manager vennero ugualmente sostituiti