Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’avvocato Billardello in merito alla scarcerazione del mazarese Giovanni Caladrino, arrestato nel 2019 in Polinesia.
Nella qualità di difensore, unitamente all’Avvocato Antoine Casubolo Ferro del Foro di Parigi , del signor Giovanni Battista Caladrino, fermato il 30 maggio 2019 ad Apataki, nell’arcipelago di Tuamotu (Polinesia Francese), nel corso di una operazione di Polizia che portò al sequestro di 436 chili di cocaina, nascosti a bordo di un’imbarcazione a vela, e all’arresto di tre Siciliani, un Romano e di un cittadino Peruviano, ritengo doveroso rendere nota la notizia della avvenuta scarcerazione, dopo oltre 20 mesi di carcerazione provvisoria, del signor Giovanni Battista Calandrino e le motivazioni poste a fondamento della decisione del Giudice dell’Istruzione Francese Dott.ssa Carine Rosso, successivamente accolte dal Procuratore Generale .
Ha ritenuto il Giudice che la custodia cautelare in carcere di Giovanni Battista Calandrino non è più indispensabile per l’accertamento della verità; peraltro, il rischio di “concertazione” è minimo, in quanto le sue dichiarazioni, a questo stadio del procedimento (si tratta di una indagine complessa che coinvolge Forze di Polizia di cinque Stati: Francia, Italia, Perù, Australia e Spagna), sono stabili e conformi a quelle del fratello, Giuseppe Calandrino, e del cugino Giuseppe Gancitano, ovvero degli altri due siciliani fermati.
Con riferimento agli altri due soggetti coinvolti, gli stessi hanno dichiarato di non conoscere Giovan Battista Calandrino. Inoltre le indagini sin qui svolte non hanno dimostrato nessun legame tra Giovanni Battista Calandrino e la presunta organizzazione criminale che, secondo gli inquirenti, ha operato e organizzato il trasferimento del carico della sostanza stupefacente.
Entrambi i difensori esprimiamo piena soddisfazione per la messa in libertà del nostro assistito, nella piena consapevolezza della sua estraneità ai fatti, comprovata anche dal compendio probatorio dal quale non è emerso, allo stato, nessun elemento di colpevolezza.
La complessità del caso rende necessario un ulteriore prosecuzione delle indagini per gli altri soggetti coinvolti.
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