“Lo schema di massima del Prg di Palermo con il “no” a nuovo cemento e maggiore attenzione all’ambiente traccia alcune linee generali che vanno nella direzione auspicata dall’Ordine degli Architetti.
Nonostante questo registriamo però alcune assenze di progettualità e riteniamo che manchi una visione chiara e strategica rispetto all’area metropolitana, alla mobilità e al paesaggio urbano che per noi resta il primo imperativo da definire”. Lo dice il presidente dell’Ordine degli Architetti di Palermo, Franco Miceli.
“Nel paesaggio c’è il costruito ma anche il verde – aggiunge – le aree “vuote” e dismesse che sono la ricchezza da mettere al centro della pratica di rigenerazione urbana. Nel percorso che dovrà portare all’adozione del piano – dice Miceli – occorre dunque definire bene alcuni aspetti: quale sarà la green-line, il filo verde di parchi e giardini di Palermo e come si sposerà col sistema delle infrastrutture per la mobilità, nell’ottica di città metropolitana. Non solo: vorremmo che, come nelle maggiori capitali europee, anche Palermo fosse in grado di raccogliere e promuovere la contemporaneità”.
Fondamentale per l’Ordine degli Architetti, anche il metodo che dovrà portare all’adozione del nuovo Prg: “Non servono decisioni calate dall’alto ma un confronto più partecipato possibile con i cittadini, per capire sogni, desideri e bisogni di chi vive lo spazio urbano e garantire a tutti, diritto di cittadinanza: poveri e ricchi, giovani e anziani, uomini e donne. Lo abbiamo già fatto presente in passato, quando si è iniziato a discutere delle linee dei tram e lo ribadiamo oggi: serve aprire un confronto vero sul futuro di Palermo e serve anche rilanciare strumenti come i concorsi di progettazione per gli spazi pubblici così da assicurare la qualità dell’architettura. Questioni che vanno affrontate insieme e non separatamente, evitando interventi episodici e settoriali che determinano solo caos e congestione”.
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