Una grande manifestazione del centrodestra a Palermo, alla quale si spera di far partecipare anche Silvio Berlusconi. Una convention che dovrà prevedere gli interventi di tutti i rappresentanti dei partiti della coalizione e la chiusura del candidato Renato Schifani. E’ in programmazione per il prossimo sabato 10 settembre alle 11.
E’ stato proprio Renato Schifani, ospite di Talk Sicilia, la trasmissione di BlogSicilia, ad annunciare l’evento che coinvolgerà il ricompattato centrodestra
Schifani candidato porta la pace nella coalizione
Una candidatura, quella di Renato Schifani che ha riportato il sereno in una coalizione che fino al giorno prima era divisa e litigiosa “Dal sottoscritto non era prevista (la candidatura ndr). Non avevo mai avanzato questa richiesta, anche perché ritengo che a questi ruoli si viene candidati e non ci si candida. È successo per me, inaspettatamente”.
Schifani non nasconde quel che è accaduto nella coalizione fino al giorno prima “La dinamica interna al centrodestra è stata negli ultimi tempi molto dialettica. Non voglio dire conflittuale, ma dialettica. C’erano delle crisi nei rapporti tra il governo e la maggioranza. E si rischiava concretamente il ripetersi del 2012 quando ci siamo divisi, e abbiamo regalato la Regione a Crocetta che ha lasciato, del suo governo, un pessimo ricordo: 40 assessori, una regressione economica non indifferente.
Pari dignità a tutti gli alleati
Il primo compito è stato quello di rasserenare tutti “Innanzitutto mi sono ispirato alla pari dignità fra tutti gli alleati. Per me non esistono alleati di serie A o di serie B. Ciascuno contribuisce con il proprio consenso, con i propri quadri, con le proprie idee e con le proprie idee programmatiche, all’elaborazione di un progetto di crescita della Sicilia. Detto questo, il primo impegno è stato quello della formazione del listino. Non nascondo che è stata una elaborazione, non dico difficile ma articolata perché ho garantito a ciascuna forza politica un rappresentante in assemblea ove dovessimo vincere. Ho lavorato su questo e ci sono riuscito, ma devo dire, non ho avuto particolari difficoltà, anzi, sono molto entusiasta”.
Sulla giunta si discute ma decisione al presidente
“Sulla giunta, mi sono espresso in maniera un attimo diversa, ne discuteremo. Io spero di riuscire a comporre una giunta fatta di assessori competenti. Non tuttologi, ma piuttosto esperti del settore che siano, comunque, assessori politici non tecnici, e che conoscano la materia loro assegnata e possano partire subito col piede giusto”
Cosa fare per la Sicilia
“Noi abbiamo delle emergenze: rifiuti, lavoro, l’emergenza delle liste d’attesa in sanità, la lentezza di una burocrazia resa tale anche da leggi che ingessano i processi decisionali. Bisogna abbattere certi privilegi attraverso iniziative legislative logiche. Penso al principio del silenzio assenso perché al cittadino, occorre garantire tempi certi. Il cittadino deve sapere quanto occorre perché si decida da parte della pubblica amministrazione se l’autorizzazione gli viene concessa o meno. Ancora più questo deve valere quando si parla di aziende o anche privati che, con proprio capitale, decidono di investire e iniziare una attività rischiando. Non si può negare al cittadino una risposta celere. Che sia positiva o negativa ma celere e questo deve riguardare anche i grossi gruppi industriali internazionali. Mi ricordo e mi permetto di citare l’iniziativa di un mio avversario, Enzo Bianco. Lei ricorderà il sindaco di Catania che con la Silicon Valley trasformò determinate aree in zone attrattive, promettendo ai grossi investitori tempi certi per le risposte sulle autorizzazioni. Ed ebbe, tutto sommato, un successo non indifferente perché i grossi investitori sono andati a Catania e Catania è il polo industriale della Sicilia. Non possiamo nascondere questo”.
Liste d’attesa e sanità
“E vogliamo parlare di lista d’attesa? Le pare normale che in alcune realtà il cittadino debba aspettare 5 o 6 mesi per una Tac, per una risonanza magnetica,? È un fatto inaccettabile, così come è stato un fatto inaccettabile la vicenda delle salme abbandonate che non hanno trovato accoglienza nei cimiteri per assenza di loculi. Queste emergenze che toccano la dignità dell’uomo, la dignità della persona e la dignità della famiglia, vanno affrontate. Io guarderò con attenzione anche al tema della famiglia. Noi dobbiamo fare in modo che le famiglie rimangano unite ed evitare l’emigrazione dei giovani in altri territori. Per la mia formazione culturale e cattolica, la famiglia ha un valore e un valore irrinunciabile. Ho ispirato la mia vita, la mia attività politica, anche quella professionale, alla famiglia: le scelte più delicate alla mia famiglia. Nella mia vita le ho assunte in famiglia, prima coinvolgendo mogli e figli per le decisioni importanti. L’ho trovata sempre a mio supporto, perché è un valore per me rinunciabile e credo per me anche per la coalizione che rappresento”.
Sette candidati sono troppi
“Il pericolo che noi corriamo è duplice da un lato la tenuta delle elezioni in periodo estivo, perché tra l’altro lei sa che il nostro clima a settembre un clima pienamente estivo e quindi corriamo questo rischio dell’astensione. A limitare questo effetto fuga dalle urne ci aiuta la concomitanza con le elezioni politiche che solitamente registrano un’alta percentuale di partecipanti. Perché gli italiani in quel caso votano per il governo del Paese per cinque anni. E quindi c’è una mobilitazione più forte e mi auguro che questa mobilitazione porti più elettori alle urne anche per le regionali. Temo, però, che questa mobilitazione sarà comunque inferiore a quella delle precedenti elezioni politiche. E la prima volta, poi, che nel nostro Paese si vota in estate e questo è un fattore di rischio. Non ci sono precedenti, quindi il calo secondo me, seppur leggero, ci sarà. Però di solito le astensioni comunque rispecchiano quello che è il quadro della volontà degli elettori. Non ci sono tendenzialmente astensioni che danneggiano una parte politica o l’altra perché avviene una spalmatura dell’assenza fra i contendenti”.
Una classe dirigente di esperienza ma in tanti chiedono cambiamento
“Ma guardi, io quando ho ribadito che non mi ero mai occupato di politica regionale sono stato attaccato. Certamente ho seguito sicuramente da capogruppo al senato quel che avveniva in Sicilia, l’ho seguita, la politica regionale, da presidente del Senato ma l’ho fatto non essendovi partecipe diretto; non avendo ruoli, naturalmente. Ma io ricordo quando ero presidente del Senato, la mattina mi svegliavo, leggevo la stampa, e partivo da quella locale, poi andavo alla stampa nazionale. Non ho mai perso d’occhio l’isola, sono rimasto sempre in Sicilia, anche quando ricoprivo la seconda carica dello Stato. Ero a casa mia tutti i fine settimana. Quindi conosco la politica regionale, anche se non ho avuto ruoli. Bene, qualche esponente del Pd ha detto ‘Schifani ammette la propria incompetenza’ ma a queste provocazioni io non abbocco. Questa cosa me la lascio un po’ scivolare perché credo che alcune parti politiche, trovandosi in difficoltà sotto il profilo del consenso, tentino di infiammare la politica con queste accuse. Ma non trovano in me una persona ingenua, che abbocca”.
Fare il Ponte sullo Stretto
“Alla fine del 2006, era tutto pronto per il Ponte Sullo Stretto poi il governo Prodi cancellò tutto dopo che perdemmo le elezioni per 30mila voti. Purtroppo non può rientrare nella programmazione Pnrr. Però avrò un gemello che sicuramente mi darà una mano: l’amico Occhiuto, presidente della Regione Calabria. E conto di avere una interlocuzione forte con il governo nazionale che sarà, speriamo, di centrodestra. La coalizione ha sempre creduto in questa grande opera che non deve essere una questione di bandiera ma è una questione di sviluppo. Non possiamo rimanere isolati, emarginati a causa della insularità. Devo riconoscere, a proposito di insularità, che il governo Musumeci ha concluso gli ultimi giorni della sua attività, ottenendo l’introduzione in Costituzione del principio della insularità per Sicilia e Sardegna, il che denota che evidentemente questo principio merita un’attenzione di carattere economico finanziaria, vista la penalizzazione geografica. E questo è un fatto storico”.
Su questo c’è un suo avversario oggi che è Gaetano Armao, che era in quel governo che la rivendica come successo proprio.
“I successi non sono mai personali, perché i successi sono di una collettività politica che ha votato quel principio”.
I termovalorizzatori
“Io l’ho detto subito, non ho avuto nessun tentennamento. L’ho detto sin dal primo giorno. Ho sempre creduto che bisogna guardare avanti e non avere paura. Ormai le tecnologie sono avanzatissime nella tutela dell’ambiente e occorre uscire dall’equivoco ambientale. Non si tratta di bruciare un poco di rifiuti residui ma di trasformandoli in energia. In alcune aree del Paese ci sono termovalorizzatori nel centro della città e la tecnologia è andata avanti”.
Caro bollette
“Ma lì l’intervento non può che essere del governo nazionale. I governi regionali hanno un’autonomia relativa, possono stanziare alcune somme, ma sono stanziamenti tampone, provvisori. C’è un programma del governo di riduzione, purtroppo, dell’energia che peserà sulle famiglie, peserà sui dipendenti. Ma vi è anche una richiesta della Lega nei confronti dell’attuale governo che è rimasto in carica. Si tratta di procedere ad uno scostamento di bilancio, un maggior indebitamento di 30 miliardi per ridurre il costo delle bollette. Vi è un dibattito in corso. Io mi auguro che questo governo, ancora in carica, possa affrontare il tema. Devo dire che l’imposizione del tetto massimo dell’energia del gas è stato accettato finalmente a livello europeo, mentre prima la Germania frenava. Quindi vedo passi in avanti. E una grande emergenza. Occorre, secondo me, un’azione collettiva di tutte le forze politiche nazionali per risolvere questo tema. Questo argomento non è né di destra né di sinistra.
Sabato dieci settembre la grande manifestazione del centrodestra
“Io confido molto naturalmente sull’arrivo del presidente Berlusconi e ci speriamo in tanti. Ancora non abbiamo una data, ma siamo fiduciosi. Sia io che Gianfranco Miccichè siamo molto fiduciosi. Lui (Berlusconi) ama la Sicilia e tutte le volte in cui è venuto ha trovato consenso, vere e proprie manifestazioni oceaniche di affetto. Ho ricevuto sollecitazioni da parte degli alleati, proprio in questo momento di grande euforia, di dar vita ad una manifestazione non tanto di apertura della campagna elettorale, quanto di aggregazione. Faremo un evento per parlare pubblicamente del nostro programma. Abbiamo individuato come data quella del prossimo dieci di settembre a Palermo. La scelta della città dipende dal fatto che è la capitale della regione. Non si tratta di voler sminuire l’importanza delle altre città. Contiamo di organizzare una grande manifestazione la mattina del 10 per far si ché parlino le forze politiche, gli appartenenti alla coalizione, e poi chiuda l’intervento del sottoscritto. Lo scopo è quello di raccontare le nostre idee ai siciliani”.
Appello al voto
“Serve innanzitutto un appello ad andare a votare perché il voto è il momento più alto della democrazia. Non ci si può lamentare di alcune cose che non vanno e poi astenersi nel momento in cui si è chiamati a decidere quale sarà la classe dirigente che potrebbe risolvere o meno i problemi dei quali ti lamenti.
Poi non si tratta di votare Renato Schifani ma un progetto o una coalizione unita di centrodestra che governa quasi i 4/5 delle regioni italiane, 16 su venti, quindi, evidentemente il centrodestra dimostra, quando governa le regioni, di saperlo fare, di essere protagonista di azioni di buon governo. Credo che il centrodestra come formula sia una formula talmente vincente da essere premiata dagli elettori delle varie regioni. Gli elettori, evidentemente per riconfermare molti governatori uscenti vuol dire che ne sono soddisfatti. Questa è una formula. Io ce la metterò tutta, anche con la mia esperienza, ma anche con i rapporti che ho assunto in questi anni nei confronti dei futuri soggetti di governo, perché siamo certi che il governo sarà di centrodestra. Ma mi rapporterò con loro senza cappello in mano. Piuttosto per affrontare i temi con dignità e con concretezza, puntando su proposte mirate e non andando ad abbassare la guardia su quelli che sono gli obiettivi. Insomma non accetterò compromessi al ribasso”.
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