“Basta morti sul lavoro”. E’ il giorno dello sciopero generale a Palermo. I dipendenti di vari settori si sono dati appuntamento questa mattina in piazza Indipendenza per manifestare sotto la sede istituzionale della presidenza della Regione Siciliana. Ad organizzare il sit-in sono state le sigle sindacali Uil e Cgil. Presenti circa 200 persone in rappresentanza del mondo edile, dei forestali, dei metalmeccanici e di numerosi altri settori.

In piazza diverse categorie

Negli ultimi quattro anni in Sicilia c’è stato un incidente mortale sul lavoro ogni quattro giorni. Gli ispettori del lavoro sono 49, più trenta a termine e con mansioni ridotte. In piazza oggi erano rappresentate diverse categorie. Hanno aderito allo sciopero tutte le aziende metalmeccaniche, dai Cantieri Navali a Italtel, dalla Leonardo alla St Microelectronics, Sirti, SeliKab e le altre. Per quanto riguarda gli edili, due pullman hanno portato in piazza Indipendenza i lavoratori dell’anello ferroviario (ditta D’Agostino) e del collettore fognario (ditta Manelli). Presenti inoltre delegazioni dei lavoratori dei call center, delle aziende degli appalti telefonici, dei rider e dei lavoratori forestali.

I problemi del mondo edile

Protesta che è stata rafforzata nei contenuti e nelle tempistiche a causa dei fatti avvenuti a Suviana, in provincia di Bologna. Luogo nel quale, circa 48 ore fa, è avvenuta un’esplosione all’interno di una centrale idroelettrica che ha causato almeno quattro morti. Una tragedia che fa tornare in cima all’agenda politica italiana il tema della sicurezza sui luoghi di lavori. Problema che affligge in particolare il mondo edile, come sottolineato da Domenico Giannò, rappresentante sindacale della Fiom Cgil e lavoratore impiegato nel cantiere del collettore fognario di Palermo. “Nel 2024 ci sono troppo morti a causa di incidenti che si potrebbero evitare. Bisogna aumentare la vigilanza sui cantieri, soprattutto nel settore edile. Ci vuole maggiore attenzione, più sicurezza e ispettori che vigilino sul rispetto delle regole da applicare ai cantieri”.

La protesta dei forestali siciliani

Tra le varie vertenze portate all’attenzione della politica regionale c’è anche quella relativa ai forestali siciliani. Sono 16.000 i componenti complessivi del gruppo di prevenzione boschiva. Di questi, soltanto 1500 hanno un contratto a tempo indeterminato, mentre gli altri lavorano su periodi che vanno dai tre ai sei mesi. Un settore sul quale era attesa una riforma organica, ad oggi non arrivata. A parlarne è Tonino Russo, segretario regionale della Flai Cgil Sicilia. “Da anni aspettiamo una riforma mai arrivata. Anche questo Governo l’ha annunciata senza concretizzarla. L’anno scorso è stato un anno devastante sotto il fronte degli incendi. Sono morti due lavoratori. Uno di questi aveva 67 anni. Ci sono sessantenni che sono costretti a fare prevenzione nei boschi o a spegnere incendi. Siamo molto preoccupati che nel 2024 possa ripetersi lo stesso dramma dell’anno scorso. Chiediamo al Governo di intervenire immediatamente“.

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