Il poliziotto infedele Giuseppe Prestigiacomo ha tradito i suoi colleghi e il corpo della polizia per soldi. Migliaia di euro che gli servivano per continuare a perdere soldi in scommesse on line e i capricci, continui della sua compagna.

Sono questi i motivi che hanno portato l’agente di polizia in servizio prima alla sezione antirapina della squadra mobile e poi al reparto mobile, a chiedere soldi. Tanti soldi alla banda di rapinatori che aveva bisogno di avere informazioni su un’indagine che li riguardava.

Il poliziotto indagava per sapere se c’erano cimici in casa o nelle auto e che a punto erano le indagini sul gruppo di rapinatori specializzato nei colpi agli istituti bancari in Friuli. “Peppe”, così lo chiamavano nelle intercettazioni Vito Leale, 54 anni, di Ballarò, detenuto per rapina e stupefacenti presso il carcere di Sciacca, Guido Riccardi, 31 anni, del Capo, arrestato per rapina e detenuto a Trieste, Rosolino Lo Iacono, 44 anni, del quartiere Villagrazia, arrestato per rapina e detenuto a Trapani, e la moglie, Deborah De Lollis, 47 anni, incensurata.

Lo Iacono e la moglie Deborah si lamentavano delle continue visite del poliziotto che chiedeva sempre soldi. Nelle conversazioni registrate prima all’interno della Fiat Bravo e successivamente all’interno del “covo” di via Susan ad Udine è chiaramente emerso il coinvolgimento di un agente.

La conferma ove si era riunita la “banda” in vista della realizzazione di una nuova rapina, non lascia residuare alcun dubbio in ordine al fatto che la desistenza dal progetto criminoso sia avvenuta a seguito della comunicazione delle indagini in corso da parte di un soggetto interno alle forze di polizia. Era “l’amico Friz” che dopo la consegna di soldi li aveva messi in allarme.

Il rapporto tra Lo Iacono sua moglie e Prestigiacomo era noto da tempo. Prestigiacomo, era componente della Squadra Mobile di Palermo, infatti nel 2010 aveva svolto delle indagini nei confronti del Lo Iacono, e di Borgia Dario, Battaglia Salvatore e Riccardi Luigi, padre dell’odierno indagato Guido, ritenuti componenti di una associazione per delinquere specializzata nelle rapine in danno di banche ed uffici postali. Successivamente era emerso che il Lo Iacono aveva rivelato alcune “confidenze” al Prestigiacomo e al collega Blasi Paolo, così instaurando con gli stessi un particolare “rapporto”.

Tuttavia nel prosieguo delle indagini svolte dalla Procura di Ragusa in quel procedimento erano emerse “circostanze che inquadravano il rapporto tra i tre in una dimensione che andava certamente oltre la mera gestione di un confidente di Polizia nell’interesse esclusivo dell’Ufficio Lo Iacono infatti veniva coinvolto in problematiche personali con il preciso scopo di agevolarne la soluzione attraverso propri canali”.

Rapporti che proseguirono come hanno accerto le indagini della squadra mobile di Palermo diretta da Rodolfo Ruperti. Nel febbraio del 2015 Prestigiacomo gli agenti registrarono un incontro in viale Regione Siciliana nei pressi de negozio “Il mio Amico Pazzo” e poi presso l’abitazione di Lo Iacono in via Villagrazia. La natura del rapporto intrattenuto tra il Lo Iacono ed il Prestigiacomo emerge poi in maniera chiara sia dalle diverse conversazioni captate tra i coniugi Lo Iacono : invero a scopo solamente esemplificativo basta evidenziare il colloquio tra Lo Iacono e Borgia Dario – soggetto già indagato nel procedimento istruito dalla Procura di Ragusa.

ROSOLINO: “Ieri è venuto Peppe Mi sono dimenticato a dirtelo;

DARIO a si Che vuole? ;

ROSOLINO: A minchia gli ho dato duecento euro l’altra giornata DARIO: Comunque ora appena scendiamo glieli do io glielo hai detto che..
ROSOLINO mi fa dice quando ci vediamo ci dissi dimmi una cosa ci dissi sta macchina com’è combinata

DARIO Quella tua?

ROSOLINO «apposto Rosolino».

I coniugi Lo Iacono, dopo la comunicazione che era passato dalla loro abitazione “Peppe” , si lamentavano delle continue e quotidiane richieste economiche -ed esborsi di denaro, arrivando la donna metaforicamente a paragonare il loro ininterrotto esborso di somme di denaro ad un “allattamento” (“addattu”) continuo e addirittura ipotizzando di rivolgersi alla nota associazione di difesa delle vittime del racket estorsivo Addio Pizzo
DEBORAH: noo è pesa ..

ROSOLINO Già mi sta rompendo i coglioni:

DEBORAH: non è che si fa così, ma questo che è un addattu continuo;

ROSOLINO no Ora basta;

DEBORAH; ogni giorno che è, addio pizzo come è eh bisogna avere anche un ROSOLINO ora basta. Nella stessa conversazione la donna si lamentava poi della frequenza delle richieste e alla considerazione delle motivazioni delle difficoltà finanziarie il lo Iacono rispondeva che “Peppe” destinava lo stipendio al mantenimento della moglie separata e dei figli e che doveva “campare” la nuova compagna

DEBORAH ma che passa la mattina mezzogiorno e sera, ma che., tre volte al giorno !… minchia che cazzo ne fa? se li spara?

ROSOLINO Se li spara! Glieli fa mangiare a quella pulla
DEBORAH eh ma no ma Rosolino
ROSOLINO perchè quello mi spiegava con lo stipendio gli passa tutto il mantenimento a sua moglie e ai suoi figli

DEBORAH eh ma I ho capito ROSOLINO e a quella te la devo campare io?