L’Antimafia si spacca dopo gli scontri del 23 maggio tra le forze dell’ordine e il corteo di Cgil, movimenti giovanili e associazione partigiani, a cui è stato impedito l’accesso sotto l’albero Falcone. L’ex procuratore Generale di Palermo Roberto Scarpinato, oggi senatore dei 5Stelle, ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’Interno Piantedosi sui fatti di Palermo: “Non era mai successo che la Polizia impedisse, anche facendo ricorso ai manganelli, a dei ragazzi organizzati in una manifestazione di raggiungere l‘albero Falcone in via Notarbartolo. Vogliamo sapere se Piantedosi non ravveda responsabilità in tale modalità di gestione dell’ordine pubblico”.

Scarpinato, “Anniversario è stato tristissimo, all’insegna della normalizzazione”

Per il senatore Scarpinato, inoltre, “è  chiaro a tutti – aggiunge Scarpinato – che non poteva e non doveva essere precluso ai singoli cittadini di accedere alla via Notarbartolo. Anche a causa di questi fatti, il trentunesimo anniversario della strage di Capaci è stato tristissimo, all’insegna della rimozione e della normalizzazione. Infatti, l’episodio di Palermo si inserisce in un complessivo disegno di normalizzazione, in cui – conclude Scarpinato – si vuole far credere, ad esempio, che sia normale eleggere presidente della commissione Antimafia una persona che frequenta un condannato per la strage di Bologna”.

“E’ stata una violenza inaudita e ingiustificabile”

Ieri, per contestare l’intervento delle forze dell’ordine il pomeriggio del 23 maggio, in occasione delle cerimonie per commemorare le vittime della Strage di Capaci, Cgil e movimenti giovanili si sono ritrovati sotto l’Albero Falcone a Palermo, il giorno dopo le cerimonie in memoria del giudice ucciso, cerimonie macchiate dalle violenze

Per Jamil El Sadi (Our Voice) “ è stata una violenza, inaudita, ingiustificabile che ha dimostrato che il sistema di ordine pubblico non ha funzionato, come noi abbiamo detto alle più alte cariche della questura”. Tra chi contesta l’operato delle forze dell’ordine c’era anche Luisa Impastato, nipote del giornalista ucciso dalla mafia:  “Credo che sia necessario che l’antimafia riparta dal basso e che la politica abbandoni ogni forma di ambiguità”. Di diverso tenore il racconto che proviene dalle forze dell’ordine.  Per contenere i  manifestanti il bilancio è di due poliziotti e un funzionario feriti.

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