La guardia di finanza ha scoperto altre sei furbetti del reddito di cittadinanza residenti nei comuni di Corleone, Bisacquino, Roccamena e Contessa Entellina, in provincia di Palermo.

Nel corso dei controlli è emerso che i percettori del sussidio vivevano in strutture residenziali a carico dello Stato, erano sottoposti a misure cautelari o avevano già in famiglia qualcuno che usufruiva di misure di sostegno.

Hanno però omesso di comunicare queste informazioni che gli avrebbero impedito di ottenere il reddito di cittadinanza. La guardia di finanza di Corleone però ha scoperto e segnalato alla Procura di Termini e all’Inps i sei furbetti. Oltre la denuncia scatterà la revoca del beneficio e per il recupero coattivo delle somme già percepite, pari complessivamente a circa 17 mila euro.

In particolare, in tre, all’atto della presentazione della domanda non hanno dichiarato che risiedevano, stabilmente, in una struttura residenziale a carico dell’amministrazione pubblica. Tra questi anche una donna di nazionalità nigeriana, ospite in una comunità per richiedenti asilo e rifugiati, che al momento della presentazione dell’istanza non era neanche in possesso del requisito della residenza in Italia da almeno 10 anni.

Un quarto soggetto invece non ha dichiarato che un componente della sua famiglia era beneficiario, per lo stesso periodo, di altra misura di sostegno al reddito in favore dei nuclei in difficoltà economica a causa dell’emergenza Covid, incompatibile con il reddito di cittadinanza. Gli altri due, infine, non hanno dichiarato che un proprio convivente era stato sottoposto a misure cautelari personali, l’altro di essere personalmente destinatario di una misura cautelare.

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