La maggioranza dei componenti dei Consigli di Amministrazione e dei Presidenti e amministratori delle società partecipate regionali sarebbero incompatibili. E’ quanto suppone una nota ufficiale partita dalla ragionerie generale della Regione siciliana e trasmessa via pec (la posta certificata con valore di notifica) a tutte le società Partecipate della Regione.
La Ragioneria generale si è, infatti, accorta che la maggior parte dei nominati sono anche dipendenti a tempo determinato della Regione siciliana in quanto componenti degli uffici di gabinetto. Una doppia funzione che creerebbe incompatibilità in base alle ultime sentenze dei tribunali del lavoro e della Corte dei Conti e in base alle disposizioni di legge fra controllore e controllato.
Non tutti sarebbero in questa posizione. E’ incerta, infatti, l’incompatibilità di chi ha un ruolo più politico che amministrativo (come le segreterie particolari) ma sembra indubbia l’incompatibilità per i componenti dei gabinetti propriamente detti e per i componenti delle segreterie tecniche e degli uffici di controllo strategico.
Di fatto chi si trova nel doppio ruolo di componente di gabinetto e di amministratore, presidente o componente del CdA di una partecipata avrà 15 giorni di tempo da oggi per optare per questa o quella funzione.
Di fatto la nomina di CdA e amministratori ‘provvisori’ scelta dal governo Musumeci durante la campagna elettorale per le politiche di marzo sembra aver creato, adesso, questo vulnus. Un problema legato anche al fatto che dopo quelle elezioni gli amministratori ‘provvisori’ sono rimasti al loro posto.
Adesso scoppia la grana proprio mentre il governo regionale si preparava a mettere ordine e a fare le nomine definitive pensando, a quanto pare, anche a lasciare nelle partecipate alcuni di questi amministratori. La lettera del ragioniere generale, che sarebbe stata dettata da una esigenza di legge per evitare la contestazione di futuri danni erariali, sconvolge, però, i piani del governo e fa saltare il risiko delle nomine facendo venir meno il percorso di difficili incastri già compiuto.
“Si tratta di una attività di routine che viene svolta dal Dipartimento – dice a Blogsicilia l’avvocato Bologna – controlli che vengono effettuati ordinariamente. Quando emergono possibili incompatibilità si chiede ai protagonisti di optare per questa o quella funzione. Se l’interessato lascia il gabinetto sarà l’assessore a sostituirlo. Se, invece, lascia la funzione ricoperta nell’ambito della società il Dipartimento invia una nota al governo perché proceda alla nomina di un nuovo componente o di un nuovo CdA”.
Bologna tende a definire la notizia come normale attività: “D’altra parte le nomine erano state fatte dal governo per gestire una fase transitoria che è naturalmente alla sua conclusione”. Un passaggio, dunque, assolutamente soft.
Quindici giorni di tempo, però, non sono pochi per la politica anche se non sono neanche un tempo molto grande. In due settimane bisognerà trovare la quadrature del cerchio ma il governo era già avviato sulla strada delle nuove nomine e dunque non dovrebbe esserci alcun problema in questo senso. Pur non essendoci inconferibilità e dunque nessun obbligo di verifica preventiva resta, però, un dubbio non secondario: nessuno aveva pensato alle incompatibilità al momento delle nomine?
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