I grandi della terra hanno ormai lasciato la Sicilia e adesso scoppia la grana dell’accoglienza dei migranti. Dopo Taormina cresce il numero di sindaci dei comuni siciliani che dice di no al piano del Viminale per la distribuzione dei migranti. Da Acireale ad Agrigento piovono i no all’accoglienza dei richiedenti asilo. L’ultimo in ordine di tempo a notificare al prefetto di Messina la propria opposizione al piano di seconda accoglienza è stato proprio il Comune di Taormina.
Il piano di riparto elaborato dal Dipartimento libertà civili e accettato dall’Anci prevede la presenza di sei migranti nei comuni più piccoli, con popolazione sotto i 2.000 abitanti, e la presenza di 3,5 migranti per ogni 1.000 abitanti nei comuni oltre i 2.000 abitanti. Dunque, ad esempio, a Taormina, con i suoi 11.000 abitanti potrebbero arrivare poco più di 35 migranti che dovrebbero essere ospitati in strutture aderenti al sistema Sprar, di seconda accoglienza.
Ma i Comuni che hanno detto di no precisano che non si tratta di una scelta razzista, la preoccupazione riguarda il turismo che potrebbe essere scoraggiato dalla presenza di migranti a bighellonare per le strade.
Come Taormina non intende accogliere altri migranti Agrigento con il sindaco Lillo Firetto che, già da alcune settimane, ha fatto sapere al prefetto che ha già un numero di migranti superiore a quello che dovrebbe ospitare e non è disponibile a nuova accoglienza. Sulle stesse posizioni il sindaco di Aci Castello Filippo Drago che non ha nessuna intenzione di affrontare la stagione turistica con il problema di dove ospitare gli 80 migranti che gli toccherebbero. Altri no arrivano da Melilli, da Porto Empedocle dove sono i commercianti ad opporsi all’apertura di una nuova casa per migranti nel cuore del centro storico della cittadina.
Insomma la Sicilia è già piattaforma di prima accoglienza e ritiene di aver fatto e continuare a fare la sua parte e quindi vuole rimare esclusa dalla seconda accoglienza, quella stabile dei richiedenti asilo. Solo che 180 mila migranti sono già stati distribuiti in Italia e altri 200 mila si stimano in arrivo e da qualche parte bisognerà pur fargli spazio
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