Innumerevoli disagi per gli studenti, costretti ad andare a scuola nel pomeriggio rivoluzionando l’organizzazione personale e familiare e riduzione delle ore scolastiche, che non sono più di 60 bensì di 50 minuti. E’ la denuncia dei genitori degli alunni del plesso di via Cerere della Scuola Media Borgese di Palermo, alle falde di Montepellegrino.

Mercoledì scorso è arrivata la Protezione civile che insieme agli operai del Comune ha installato dei cartelli nei quali si legge testualmente: “A causa del continuo rilascio di massi anche di notevoli dimensioni, provenienti dalle pendici di Monte Pellegrino, quest’area è stata individuata come zona ad alto rischio dal piano per l’assetto idrogeologico. E’ pertanto possibile la perdita di vite umane e gravi danni agli edifici e alle infrastrutture”.

In poche parole, per gli studenti, c’è il pericolo concreto di morte, perché la grande montagna che sovrasta Palermo, e che in più punti si sta sbriciolando, rischia di crollare sulla scuola.

Una situazione di grave emergenza che ha portato la preside, e non poteva essere altrimenti, a chiudere la scuola giovedì e venerdì e a trovare a partire da oggi una soluzione che consenta agli alunni di finire l’anno scolastico.

Il plesso Cerere è frequentato da circa 400 alunni, suddivisi in 18 classi. Gli studenti sono stati ‘dirottati’ in altri due istituti, il Santocanale di Partanna Mondello (che è una scuola primaria) e a la sede centrale della scuola Borgese, che si trova a piazza Contardo Ferrini ma le aule non sono abbastanza ed è necessario fare i doppi turni e ‘accorciare’ l’orario scolastico.

Così nel primo pomeriggio di oggi i genitori degli studenti davanti al plesso Santocanale hanno dato vita ad un sit-in di protesta per chiedere risposte certe all’amministrazione comunale. Lo chiarisce Maria Concetta Imperollo, rappresentante dei genitori della classe III C: “Noi non siamo contro la scuola – puntualizza – ma protestiamo per il bene della scuola. Appoggiamo la scelta della preside, che si è premurata di tutelare l’incolumità dei nostri figli, ma i problemi dei doppi turni sono davvero tanti. I ragazzi stanno a scuola di meno, e molte delle attività non possono essere svolte regolarmente, come le lezioni individuali di strumento per le sezioni ad indirizzo musicale. Tra poco ci saranno anche gli esami, siamo preoccupati per i nostri ragazzi. Bisogna trovare un’altra soluzione”.

Quando riaprirà il plesso di via Cerere nessuno sa dirlo. Prima bisognerà mettere in sicurezza la montagna. 
I genitori pensano a soluzioni alternative che possano evitare il doppio turno.
“Sappiamo – dice ancora la signora Imperollo – che ci sono aule vuote all’istituto Salvemini, che si trova sempre nel quartiere. Perché non le fanno utilizzare ai nostri alunni ripristinando il normale orario scolastico? Tra l’altro, se il plesso di via Cerere non dovesse riaprire, significherebbe che non ci sarebbe più una scuola media nel quartiere e questo è molto grave”.

Domani alle 11 nella sede della settima circoscrizione, in cui ricade il quartiere della scuola Borgese, si svolgerà un incontro al quale è stato invitato anche il sindaco Orlando. La speranza dei genitori è che il primo cittadino si presenti e sappia dare certezze su tempi e modalità di rientro dei ragazzi nella loro scuola.

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