Nei giorni scorsi si è svolto a Palazzo dei Normanni un importante convegno promosso dalla Fism palermitana, la federazione che raccoglie in provincia oltre 140 scuole non statali materne e dell’infanzia, gestita sia da congregazioni religiose che da laici. Nell’occasione il neo Presidente Regionale Dario Cangialosi ha svolto una interessante illustrazione sullo stato di queste scuole in Sicilia.

Presidente, innanzitutto qualche dato sulla consistenza di questo importante segmento del sistema di istruzione.
In Sicilia le strutture educative, cioè quelle da o a 3 anni sono per il 45% gestite da enti pubblici e per il 55% gestite da enti privati. Mentre le strutture scolastiche per l’infanzia, cioè le scuole materne da 3 a 6 anni, sono per il 70% gestite da enti pubblici e per il 30% gestite da enti privati.

Volendo essere più precisi?
Possiamo dire, andando alla tipologia delle strutture educative che abbiamo nell’isola 238 asili nido pubblici e 237 privati; 43 sezioni primavera pubbliche e 102 private e 2 spazi giochi pubblici e 28 privati. Mentre per quanto riguarda le strutture scolastiche le statali sono 1.563, quelle degli Enti Locali 200 e quelle non statali 655.

E rispetto all’utenza?
I bambini che frequentano le strutture educative sono 15.337, mentre quelli che frequentano strutture scolastiche sono 144.535.

Ma i bambini siciliani in questa fascia d’età sono molto di più. Quanti sono e che fanno?
Sono circa 112.000 i bambini da 0 a 5 anni. Molti tra questi rimangono accuditi dai nonni o dalle baby sitter. Altri rimangono a casa con la mamma che non lavora o ha preferito non lavorare.

E questo che significa?
Significa che per un verso lo Stato attraverso le sue scuole statali non riesce a coprire tutto il fabbisogno delle famiglie siciliane e per altro verso che le scuole non statali, pur facendo parte integrante del sistema pubblico di istruzione, non hanno l’attenzione che meritano.

Di fronte a questi dati chiediamo al neo Presidente della Fism Provinciale, Giuseppe Russo: quale sarà l’impegno della federazione?
Innanzitutto quello delle convenzioni con tutte le Amministrazioni comunali della provincia, al fine di ridefinire al meglio gli accreditamenti con gli asili nido gestiti dagli enti del terzo settore, al fine di evitare di proseguire in un sistema confuso e spesso poco trasparente”.

E poi?
Giungere ad una effettiva parità tra scuole statali e non statali, pur essendo entrambe parte integrante del sistema di istruzione pubblico, perché ancora le differenze tra nord e sud del paese sono gravi e non consentono una effettiva libera scelta da parte delle famiglie. Ma ciò attiene soprattutto al livello nazionale

E per quello regionale?
Ci auguriamo che la nuova Assemblea regionale e il nuovo Governo che avremo entro l’anno siano più sensibili e attenti a questo tema.Per esempio riattivando i finanziamenti per il Buono scuola per le famiglie siciliane che in questi anni ha dato buoni risultati.