SeeSicily, l’iniziativa della Regione, avviata dal precedente governo Musumeci, un successo o un flop? Guardando ai dati forniti dalla Regione si potrebbe parlare di una iniziativa che avrebbe contribuito a far aumentare il flusso di viaggiatori verso le località siciliane nel periodo post-covid. Ma dopo l’inchiesta che ha svelato il presunto flop di acquisti di pacchetti vacanza e il relativo uso delle risorse principalmente per comunicazione e pubblicità, adesso a pagarne il prezzo potrebbero essere proprio gli operatori turistici. Guardando a cosa sta accadendo nei rapporti tra strutture turistiche e la stessa Regione, forse più di qualcosa non ha funzionato del tutto.

SeeSicily: Successo o flop?

SeeSicily, è l’intervento di promozione turistica della destinazione Sicilia che prevedeva una dotazione finanziaria di ben 75 milioni di euro per rinnovare l’immagine dell’isola nel mondo e favorire così una ripresa dopo la pandemia che ha colpito duramente tutto il settore turistico. L’intervento prevedeva che la Regione acquistasse servizi di pernottamento ad opera del Dipartimento regionale del Turismo Sport e Spettacolo da erogare tramite voucher ai turisti che sceglievano di soggiornare sull’isola. Una soluzione che consentiva anche di dare immediata liquidità finanziaria alle imprese del turismo siciliano visto che la Regione si è fatta carico di acquistare i pacchetti direttamente dagli hotel. Ora però il Dipartimento Regionale del Turismo sta chiedendo indietro quelle somme visto che parte dei posti letto acquistati non sono stati poi utilizzati dai turisti.

L’intervento di promozione turistica e il Dipartimento rivuole i soldi

Il Dipartimento in particolare sta contattando le strutture turistiche da cui aveva acquistato i pacchetti da destinare ai turisti che venivano a soggiornare sull’isola e che non sono stati usati. Di fatto la regione non vuole pagare quelle camere rimaste vuote e chiede, adesso, alle strutture l’emissione di una nota di credito ad annullamento parziale delle fatture emesse. Quindi non solo l’intervento di SeeSicily non sarebbe affatto riuscito a dare quello scossone voluto ma ora la Regione chiede indietro i soldi stanziati per le imprese del turismo siciliano.

Il carteggio fra la regione e una grande struttura

Emblematica una conversazione tra una grande struttura turistica del Palermitano e lo stesso dipartimento che aveva acquistato oltre 2300 posti letto. “Ad oggi non è stato utilizzato alcun voucher dei servizi di pernottamento […]”, si legge nella nota inviata alla struttura. Il dipartimento evidenzia la presenza di “un significativo numero di voucher non fruiti tale per cui questa Amministrazione non ritiene più attuale e giustificata la spesa per ulteriori servizi”. Per questo viene comunicata la “volontà dello scrivente Dipartimento di recedere dal contratto”, invitando la struttura a “emettere nota di credito”, di importo pari a quello della fattura che era stata emessa. Un modo per dire, “Ok, abbiamo scherzato. SeeSicily non ha funzionato e rivogliamo i soldi dei posti letto acquistati”.

La richiesta di restituzione dei soldi, verso una battaglia legale

Secondo i proprietari delle strutture turistiche, la Regione starebbe disattendendo quanto aveva previsto nel corso della procedura negoziata dell’intervento Seesicily. Le strutture turistiche, fa notare il rappresentate della struttura, si erano fidate della Regione che aveva chiesto di riservare un grande numero di posti letto Di fatto le strutture hanno rinunciato alla vendita degli stessi posti, che avrebbero potuto benissimo occupare durante le precedenti stagioni turistiche. Di fatto per gli alberghi funziona come le prenotazioni pagate e poi non fruite senza disdetta. la camera è rimasta a disposizione del cliente che deve pagarla.

Nulla di illecito ci sarebbe, invece, secondo l’assessore al Turismo Amata, che, pur non rispondendo in via diretta alle strutture, in una dichiarazione di ieri ha sottolineato che il contratto prevedeva l’obbligo di restituzione delle somme anticipate, in caso di mancata fruizione delle camere acquistate dalla Regione. Le strutture turistiche però non ci stanno. Dopo il massacro della pandemia, la Regione rivuole quanto aveva stanziato. Si annuncia una battaglia legale.

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