Un imprenditore palermitano si è esposto per 400 mila con la sala giochi in via Cavour a Palermo che si chiamava prima Cesar Palace e poi con il nome di President Gaming Hall gestita da Domenico Cottone e  Chiara Gullotta, mariti e moglie finiti ai domiciliari oggi nel corso dell’operazione Washing Hall della guardia di finanza.

Il giocatore incallito ha firmato un piano per rientrare con centinai di cambiali. Per continuare a giocare e avere i ticket firmava assegni in bianco.

E’ quanto ha raccontato ai finanzieri che hanno condotto l’indagine, guidati dal colonnello Alessandro Coscarelli.

“Preciso che negli anni 2014 e 2015 ero caduto nel vizio del gioco e quindi ero un assiduo frequentatore della sala  – ha raccontato il giocatore ludopatico ai finanzieri come si legge nell’ordinanza del gip – che ai tempi si chiamava “Cesar Palace”. Ai tempi giocavo con cadenza giornaliera e per volumi anche 4000 euro. I soldi in parte provenivano dai miei guadagni all’epoca più cospicui di quelli attuali.

Ovviamente ad un certo punto ho esaurito le risorse e quindi Cottone per permettermi di giocare ha acconsentito di farmi credito. In particolare l’operazione di concessione di detto credito avveniva in questo modo. Mi recavo alla cassa e mi venivano consegnati dei ticket di gioco che poi io inserivo nel videolottery. Tali ticket mi venivano stampati al momento direttamente dai dipendenti. Ormai versavo in condizioni economiche pessime e mi sono indebitato”.

Il debito è arrivato a 400 mila euro e l’imprenditore per rientrare ed evitare di essere dichiarato fallito ha venduto un appartamento e ha versato i soldi a Cottone. Nella situazione dell’imprenditore ci sono decine e decine di palermitani. Piccoli imprenditori, commercianti che avevano il vizio del gioco e che grazie al sistema dei presiti continuavano a giocare e perdere. Una piccola cassaforte per marito e moglie che in questi anni hanno gestito la sala giochi al centro di Palermo davanti alla Banca d’Italia.