I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, coordinati dal procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia e dal sostituto Gaetano Guardì hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro di beni per un valore complessivo di due milioni di euro nei confronti di Nicolò Ferrara, 64 anni, detto Mazzè
L’attività investigativa patrimoniale ha evidenziato come Ferrara e la sua famiglia, benché formalmente privi di qualsivoglia capacità economica e reddituale, fossero proprietari di numerosi beni immobili e mobili registrati derivanti dal reinvestimento delle somme illecitamente accumulate nel corso della carriera criminale.
Su provvedimento della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo sono state sequestrate quattro ville a Carini (Pa), delle quali due con piscina; un appartamento in Palermo.
Tre rapporti bancari. Le indagini patrimoniali sono state avviate nel maggio del 2009 quando Nicolò Ferrara, esponente di spicco del mandamento mafioso di Palermo San Lorenzo, è stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Eos” in quanto interfaccia di Cosa Nostra nel quartiere dello Zen dove gestiva le estorsioni, i traffici di stupefacenti e l’occupazione abusiva degli immobili.
Ferrara è stato condannato ad 8 anni di reclusione.
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