I carabinieri hanno sequestrato beni per un milione di euro a Pietro Francesco Gugino, nato a Valledolmo in provincia di Palermo, 63 anni, arrestato per associazione mafiosa nell’operazione Eos. Il provvedimento è della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo.

Il sequestro è scattato al ristorante “Il Baglio degli Antichi Papiri” a Palermo in via Gaspare Da Pesaro. Secondo le indagini dei militari dell’arma Gugino, insieme a Salvatore Genova, Gaetano Fidanzati, Salvatore Lo Cicero e Vincenzo Troia, farebbe parte della mafia di Resuttana. In base alle indagini nel ristorante si svolgevano riunioni riservate.

Il ristorante è frequentato dai vip palermitani. Al titolare viene contestato l’aver messo stabilmente a disposizione dell’organizzazione mafiosa le proprie attività economiche, sia per consentirne l’investimento di proventi illeciti.

Il pentito Francesco Paolo Balistreri aveva ricostruito la vicenda che coinvolge proprio il ristorante finito sotto sequestro. In questo caso erano coinvolti Michele Pilhtteri, macellaio e Filippo Gugino, titolare del ristorante «Il Baglio dei Papiri», nella zona di Resuttana: “Ricordo che un giorno – racconta il pentito – nel mese di giugno-luglio 2008, forse anche agosto, mentre Gugino era al ristorante Baglio dei Papiri con il figlio, si presentarono due persone chiedendo di Filippo Gugino perché si doveva mettere a posto”.

Sembrava una richiesta come tante, soprattutto in quella zona. Ma le cose non filarono come sperava Pillitteri: “Filippo Cugino – spiega infatti il pentito – disse ai due di ritornare il pomeriggio successivo alle 16.30 e si fecero trovare, quel pomeriggio, oltre che Gugino padre e figlio, anche Nunzio Sammaritano, Vincenzo Troia e Agostino Pizzuto che chiesero da chi fossero mandati, ma i due ragazzi non dissero nulla di preciso. Allora, quando questi due ragazzi andarono via. Sammaritano lì seguì fino alla macelleria di Michele Pilliteli (in zona Resuttana). Si scoprì, allora, che il mandante dell’estorsione era Michele Pillitteri. il cui figlio, peraltro, è il fornitore della carne al ristorante del Filippo Gugino. L’estorsione non venne pagata e Giuseppe Cassaio e Giovanni Riela fecero trovare una cassa da morto alla macelleria di Pillitteri”.