Beni per un valore complessivo di ben 5 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Palermo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo e sotto il coordinamento del Procuratore Aggiunto Teresa all’imprenditore alcamese Vincenzo Artale di 63 anni.

Secondo le indagini dei baschi verdi i beni individuato e sequestrati sono riconducibili a lui e a al suo nucleo familiare.

L’indagine è stata eseguita dal G.I.C.O. della Finanza di Palermo in parallelo alle investigazioni dei Carabinieri di Trapani culminate con l’arresto dei giorni scorsi proprio di Vincenzo Artale.

Sotto sequestro sono finite due abitazioni, due terreni, rapporti finanziari, quattro veicoli, la ditta individuale intestata ad Artaleo, operante nel settore dell’edilizia e con sede ad Alcamo, nonché altre tre società.

Tra le società sequestrate la “OCCIDENTALCEM S.r.l.”e la “IN.CA. S.a.s. di Artale Vincenzo & C.” entrambe produttrici di calcestruzzo e ora gestite da un amministratore giudiziario.

In particolare, la “IN.CA. S.a.s. di Artale Vincenzo & C.” secondo l’accusa aveva assunto, grazie al sostegno della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo guidata dal boss Mariano Saracino, una posizione di sostanziale monopolio quale fornitore di cemento alle aziende edili operanti nel Trapanese. Proprio per aver tentato di imporre ad alcuni imprenditori l’acquisto di calcestruzzo prodotto dalla società, Artale è indagato insieme ad altre persone.

Gli accertamenti patrimoniali svolti dalle Fiamme Gialle palermitane hanno fatto emergere la consistente sproporzione del valore dei beni posseduti rispetto ai redditi dichiarati negli anni dall’indagato e dal suo nucleo familiare e permesso quindi di fondare su tale sbilancio il provvedimento di sequestro.