Quattro metri di larghezza: questo è quanto misura nel suo punto più stretto via Gino Funaioli, strada della II Circoscrizione di Palermo. Una delle poche alternative a via Messina Marine e a via Portella Ginestra, dove la presenza del tram ha di fatto limitato di molto la carreggiata. Sulla strada insiste un muro, che delimita un terreno privato sul quale il Comune pensa da anni di praticare un esproprio. Ciò al fine di poter allargare il passaggio per i mezzi e di installare dei marciapiedi per i pedoni, ad oggi assenti. Ma, nonostante in passato si fossero trovate le risorse necessarie, tale operazione non è stata portata a termine con successo.

La vicenda di via Gino Funaioli

Si iniziò a parlare dell’allargamento della strada già alla fine degli anni 90. Un intervento di esproprio per il quale, nel 2016, erano stati messi a disposizione poco meno di 120.000 euro, con una determinazione dirigenziale a firma dell’allora Rup Pietro Guarcello. Documenti nel quale il tecnico del Comune di Palermo ricordava la necessità di “procedere al completamento di via Gino Funaioli mediante allargamento della sede stradale nel tratto compreso fra via Federico Ferrari Orsi e via Ben Haukal, per favorire la mobilità urbana in quella via, stante che nella parallela è stata realizzata la linea tramviaria. Ciò per garantire idonei standard di sicurezza per i pedoni che vi transitano”.

Soldi trovati tra i capitoli di bilancio dell’Amministrazione ma, di fatto, non spesi per la vicenda in questione. Uno stop burocratico che ha contribuito a mantenere il blocco alla viabilità in via Gino Funaioli. Ad oggi, infatti, bisogna reperire nuove risorse finanziarie sia per finanziare l’esproprio, pagando al titolare del terreno quanto dovuto, che il successivo abbattimento del muro laterale e la conseguente realizzazione della strada e delle relative strutture accessorie, marciapiedi compresi.

M5S: “Reperire risorse, strada strategica per la viabilità”

Una situazione sulla quale si è focalizzato il consigliere comunale del M5S Antonino Randazzo. “Quello di via Gino Funaioli è un tappo famoso. Questo muro crea una paralisi in questa zona. Qui c’è un’area privata che deve essere espropriata e restituita ai cittadini. Nel 2016 c’era una procedura per l’esproprio. Poi i soldi sono stati destinati ad altre esigenze del Comune. Quello che chiediamo è di trovare le somme per aprire questa parte di strada, in quanto è strategica sia per la sicurezza sia per la zona che soffre maledettamente il traffico. E qui partiranno a breve dei lavori. Servono circa 140.000 euro. Come dimostrano esperienze precedenti, il Comune può prelevare soldi dal fondo di riserva per fattispecie simili”.

Sulla stessa linea, il consigliere della II Circoscrizione Pasquale Tusa. “La situazione è critica. I cittadini camminano per strada, senza marciapiedi. Non c’è nemmeno un divieto di sosta. Questo è un tappo della II Circoscrizione. Ce ne sono altri, ma questo è urgente. Alla luce delle restrizioni sul ponte Corleone, via Messina Marine è molto più trafficata del solito. Quest’arteria viaria potrebbe dare sfogo alla viabilità. Il lato più stretto di via Gino Funaioli misura quattro metri. Siamo sotto i limiti di legge per un doppio senso. La cosa importante, al momento, è quello di allargare questa strada. Il Comune può ricorrere alle proprie maestranze per i sottoservizi. Bisogna intervenire”.