Nessun trasferimento d’azienda tra la ex Sise, società della Croce Rossa e la nuova azienda Seus che gestisce il servizio di emergenza del 118. Così non sono dovuti i 19 milioni richiesti dall’Inps che aveva contestato inadempienze da parte della Seus in merito all’assunzione da parte dei lavoratori licenziati da Sise Spa. Lo ha decisione il giudice Santina Bruno della sezione lavoro del Tribunale di Palermo.
Secondo l’Inps la Seus avrebbe goduto indebitamente dei benefici contributivi previsti dalla legge 223 del 91 per l’assunzione del personale ex Sise poiché vi era stato un trasferimento di tra le due aziende che avrebbero operato in continuità.
Il tribunale ha accolto le tesi della Seus, difesa dall’avvocato Alessandro Cucchiara, che ha sostenuto che tra Sise e Seus non si è mai realizzato un trasferimento di azienda “secondo il modello normativo come peraltro ritenuto ormai pacificamente dalla Suprema Corte di Cassazione, – spiega il legale della Seus – vista la natura assolutamente nuova della organizzazione aziendale subentrante nella gestione del servizio 118 in Sicilia.
L’assunzione del personale proveniente da Sise si è resa necessaria per Seus al fine di ottemperare a precisi accordi politico-sindacali tra l’assessorato regionale della Salute, la Cgil, la Fials, Cisl, Ugl, per il mantenimento dei livelli di occupazione del personale alle dipendenze del servizio di emergenza urgenza sanitaria 118”.
Non essendoci stato trasferimento di azienda tra Sise e Seus non vi è stata da parte di Seus neanche l’indebita percezione delle agevolazioni contributive per l’assunzione del personale proveniente dalla vecchia società.
“Siamo soddisfatti, al termine di una vicenda pluriennale sono state accolte le nostre ragioni – dice il presidente della Seus, Pietro Marchetta – Ciò è molto importante per la salvaguardia degli equilibri di bilancio della Seus e conseguentemente per la stabilità occupazionale degli oltre 3.000 dipendenti di questa fondamentale società partecipata della Regione”.
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