La corte d’appello di Palermo ha confermato la revoca di un decreto ingiuntivo richiesto dal gestore del servizio idrico nei confronti di un condominio del capoluogo siciliano.

La corte, presidente Giuseppe Lupo, ha respinto il ricorso dell’Amap, azienda partecipata del comune di Palermo, contro un supercondominio che si trova in via Gustavo Roccella, difeso dall’avvocato Rosario Dolce.

                                    Rosario Dolce, avvocato

La vicenda, che riguarda il pagamento del servizio di depurazione delle acque reflue per gli anni 2014-2015, ha stabilito un principio fondamentale per tutti gli utenti: la tariffa del servizio idrico integrato, configurandosi in tutte le sue componenti come corrispettivo di una prestazione commerciale, impone al gestore che pretenda il pagamento degli oneri relativi alla depurazione di dimostrare l’effettiva erogazione del servizio nel periodo oggetto della fatturazione.

La corte ha ritenuto insufficiente la sola produzione dell’elenco delle strade formalmente destinatarie del servizio di depurazione o l’esistenza di un provvedimento autorizzativo dello scarico dei reflui urbani. Come evidenziato dai giudici, anche qualora si dovesse ritenere che la tariffa non corrisponde al servizio relativo alla singola utenza, bensì all’insieme delle prestazioni d’ambito, il fornitore del servizio deve comunque dimostrare l’esistenza di tutti gli impianti dell’ambito territoriale ed il loro regolare funzionamento.

Questa pronuncia potrebbe rappresentare un importante precedente. Come ha chiarito la corte, l’utente che dimostri di aver pagato il canone di depurazione senza aver effettivamente usufruito del servizio nella sua completezza ha diritto alla restituzione delle somme corrisposte, essendo onere del gestore provare di aver effettuato il trattamento delle acque secondo gli standard richiesti dalla legge. La sentenza riafferma quindi un principio fondamentale: il pagamento di un servizio deve necessariamente corrispondere alla sua effettiva erogazione, ponendo in capo al gestore l’onere di dimostrare la concreta prestazione del servizio di depurazione.