“La telenovela delle mie dimissioni da assessore regionale in Sicilia termina evidentemente con la non prevedibile costituzione di un governo nazionale”.
Lo dice in una dichiarazione ufficiale Vittorio Sgarbi che torna a far dubitare delle sue dimissioni mai confermate ufficialmente e in modo definito e che balzellano avanti e indietro a seconda della giornata e del contesto.
“La minaccia della censura del morto gruppo dei grillini è per me una sfida. Non la temo, la desidero – aggiunge Sgarbi – una censura da parte grillina è per me una onorificenza”.
“Il mio nei loro confronti non é disprezzo, ma indifferenza politica. Li considero inesistenti. Per questo esorto il Presidente Micciché a mettere all’ordine del giorno la mozione di autocensura dei Cinque Stelle e verificare fino a che punto vorranno nullificarsi con loro i deputati dell’Ars, che potranno decidere fra chi fa e chi è, e chi non fa e chi non è. Che Dio cancelli chi non è”.
Sgarbi ha anche invitato i “i grillini colti a visitare le mostre promosse dall’assessorato: “Antonello incontra Laurana” al Museo Abatellis; “Il ritorno di Franca Florio” a Villa Zito; “Da Ribera a Luca Giordano” sempre a Villa Zito; “Il fregio di Himera” al museo Salinas; “La scuola di Palermo” al museo RISO; “Il ruggito della velocità” all’Albergo delle povere; “I fiamminghi” a Palazzo dei Normanni”. Conclude Sgarbi: “I colti con me, i corti con Cancellieri!”.
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