“La Sicilia rispetto a un tema così delicato e complesso, come quello dello smaltimento dei rifiuti nucleari e, quindi, della tutela ambientale, non può accettare l’idea di scelte calate dall’alto. Riteniamo fondamentale, sul tema ambientale ancora più che su altri, un pieno confronto tra Governo nazionale, Governo Regionale e le comunità locali interessate”.
Interviene l’assessore regionale Territorio e Ambiente Toto Cordaro sull’individuazione in Sicilia di quattro aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale.
“Vale la pena ricordare – prosegue Cordaro – che in questi primi tre anni, dopo gli ingiustificabili ritardi dei Governi precedenti, abbiamo finalmente varato, tra gli altri, il Piano per la tutela della qualità dell’aria, il Piano per la mitigazione dell’inquinamento acustico, il piano Amianto, il piano alluvioni e istituito l’Autorità di Bacino.
Il Governo Musumeci, quindi, ha posto da sempre il tema della tutela ambientale ai primi posti della sua azione e rassicuro tutti che continueremo ancora a farlo con decisione. Il confronto è essenziale, senza fare terrorismo ma neppure senza minimizzare”.
Contro l’ipotesi di dar vita a quattro siti di smaltimento dei rifiuti nucleari sono insorti tutti dalla Coldiretti agli ambientalisti e perfino le associazioni sicilianiste come Antudo mentre i partiti di opposizione, come fanno i 5 stelle, puntano il dito contro la Regione e la invitano ad una opposizoje ferma nel rispetto diquanto approvato dall’Assemblea regionale siciliana in materia
Nel dettaglio, i comuni coinvolti dal piano sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera potrebbero ospitare in futuro le scorie nucleariderivanti dalle centrali dismesse. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee. La Cnai sarà il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Sarà una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni.
La costruzione del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi di bassa e media intensità e del Parco tecnologico annesso prevede dei benefici economici per il territorio che lo ospiterà. “Il decreto legislativo n.31 del 2010, al fine di massimizzare le ricadute socio-economiche e occupazionali legate al progetto, riconosce al territorio che ospiterà il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico un contributo di natura economica, secondo modalità che gli Enti Locali interessati regoleranno attraverso la stipula di una specifica convenzione con Sogin– si spiega sul sito del deposito nazionale – Tutti i paesi nei quali è in corso la realizzazione di depositi per i rifiuti radioattivi hanno adottato un sistema di benefici diretti e indiretti per le comunità che ospitano questi impianti, non solo come indennizzo per la porzione di territorio che sarà occupata per un lungo periodo, ma anche per riconoscere una forma di valore aggiunto alle comunità che accettano di partecipare alla realizzazione di un servizio essenziale per lo sviluppo del Paese.
Unanime e trasversale il coro di dissenso alla notizia
“Siamo profondamente preoccupati e ci auguriamo che presto vengano chiariti i dettagli della vicenda che riguarda la Carta delle aree potenzialmente idonee per il deposito di rifiuti radioattivi fra le quali spuntano l’area delle Madonie nel palermitano e Trapani con alcuni comuni della provincia. Ci sembra singolare questa grande attenzione sulla nostra regione, che ci auguriamo sia foriera di progetti anche su temi veramente strategici per il futuro dei nostri giovani, come infrastrutture, ricerca, formazione, industria e digitalizzazione”. Cosi Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani interviene sul documento elaborato dalla Società di gestione degli impianti nucleari che individua zone nelle due provincie di Palermo e Trapani, come possibili depositi di rifiuti radioattivi. “Comprendiamo la preoccupazione dei sindaci, di zone che puntano tutto sul turismo e su tutte le eccellenze legate all’ambiente e alla filiera agro-alimentare. Si pone sia un tema di immagine come per la città di Trapani, quest’anno giustamente candidata capitale della Cultura italiana 2022, sia di tutela di salute dei cittadini e dell’ambiente. Quindi ci auguriamo venga presto chiarito tutto e che le istituzioni facciano ognuno la propria parte dialogando fra loro e soprattutto con i sindaci delle aree interessate, che al momento sembra non siano stati coinvolti. Abbiamo il dovere di proteggere il nostro ambiente, dato che affrontiamo già fin troppe difficoltà a smaltire i normali rifiuti che inquinano le nostre città” conclude La Piana.
Attiva Sicilia dice “no” alla possibilità che le scorie radioattive di tutta Italia vengano depositate in Sicilia.
“La Sicilia – affermano i deputati regionali Angela Foti, Elena Pagana, Valentina Palmeri, Sergio Tancredi e Matteo Mangiacavallo – ha già pagato un prezzo pesantissimo ospitando gli impianti petrolchimici senza avere mai in cambio un risarcimento di natura ambientale. Adesso non può ulteriormente sopportare che una porzione del suo territorio possa eventualmente essere usata per depositare le scorie radioattive prodotte altrove. Chi per i suoi scopi ha prodotto questi rifiuti e chi ha inquinato di più adesso si prenda anche le conseguenze di questi vantaggi”.
“Vigileremo su ogni atto che va in questa direzione e faremo di tutto – concludono i deputati regionali di Attiva Sicilia – per bloccare ogni tentativo di creare qualsiasi forma di deposito di scorie radioattive sull’isola”.
L’idea di mettere scorie radioattive e nucleari in alcune aree della nostra Sicilia ad alta vocazione produttiva agroalimentare e turistico ambientale è paradossale e bisogna attivarsi affinché ciò non succeda”. Lo dichiarano il segretario regionale siciliano della Lega Onorevole Nino Minardo e Annibale Chiriaco, Responsabile Attività Produttive della Lega Sicilia.
“In un momento così delicato per le imprese turistiche ricettive ed agroalimentari produttive siciliane, già alle prese con la difficile valorizzazione dei prodotti siciliani e la relativa commercializzazione in un contesto globale, con tutti i problemi connessi volti ad implementare la relativa sicurezza alimentare è impensabile pensare di creare nelle province di Caltanissetta, Palermo e Trapani quattro depositi nazionali di rifiuti tossici nucleari entro il 2025 che creerebbero ulteriori diffidenze e problemi ai consumatori ed ai cittadini delle aree indicate. Sarebbe meglio indire ,dopo aver ascoltato la Regione Siciliana, un referendum tra i cittadini nei territori indicati di Butera (Cl) Segesta/Calatafimi (Tp) e Petralia Sottana/Castellana Sicula (pa) piuttosto che tout court imporre scelte così misteriose ed improvvise”, concludono Minardo e Chiriaco
“Le aree interne della Sicilia hanno bisogno di investimenti, non dei rifiuti radioattivi. L’ipotesi di allocare centri di stoccaggio nelle Madonie, nel trapanese e nella provincia di Caltanissetta ci appare semplicemente irricevibile. Parliamo di territori, come nel caso delle Madonie impegnate in una battaglia per l’istituzione delle zone franche montane, che da tempo chiedono altro tipo di attenzione. Parliamo di aree, come nel caso di quelle del trapanese, votate al turismo e di straordinario pregio paesaggistico ed archeologico, che sarebbero umiliate da una scelta simile. Parliamo del territorio del nisseno già profondamente devastato dagli scempi ambientali. Rispondere ai bisogni dei territorio con la proposta di trasformazione di queste aree in discariche radioattive è semplicemente irricevibile perché offensivo e mortificante per queste comunità”. Lo dichiarano gli amministratori e i militanti della rete dei cento passi della provincia di Trapani, dell’area delle Madonie e del comprensorio di Caltanissetta.
Il coordinamento provinciale di FdI Palermo, esprime la propria preoccupazione per l’individuazione di ben due siti nelle Madone, come possibili sedi del deposito nazionale delle scorie nucleari. “Il partito assumerà tutte le iniziative politiche necessarie per scongiurare delle scelte calate dall’alto, in contrasto con delicato contesto ambientale e la vocazione agricole delle zone interessate, in particolare i comuni di Petralia e di Castellana”, dice il coordinatore provinciale a Palermo di Fratelli d’Italia Raoul Russo.
“Le comunità montane della Sicilia, private nel corso dei decenni dei servizi essenziali ed escluse da ogni incentivo, hanno già pagato un prezzo altissimo, assistendo inesorabilmente al loro spopolamento. Nè lo Stato nè la Regione possono chiedere altri sacrifici ai resilienti. L’ambiente naturale è la principale ricchezza delle terre alte della Sicilia; chiediamo di preservarlo dall’inquinamento e di tutelare la salute e lo sviluppo economico della gente che ha scelto di viverci. Vogliamo massima trasparenza ed informazione sulla scelta dei siti da destinare a discarica, sugli eventuali rischi alla salute pubblica”
È quanto dichiarato da Vincenzo Lapunzina, coordinatore del Comitato regionale per l’Istituzione delle Zone Franche Montane in Sicilia.
“Su un tema così delicato come quello dello smaltimento dei rifiuti nucleari e della tutela ambientale ci sembra di fondamentale importanza il coinvolgimento delle amministrazioni locali interessate. E’, quindi, assolutamente necessario avviare un confronto tra governo nazionale, governo regionale ed enti locali per affrontare con attenzione e responsabilità la questione”.
Questo il commento di Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia.
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