Parte l’iter per la legge di stabilità ed il bilancio di previsione 2026 della Regione siciliana. E’ stato, infatti, approvato il Defr, il Documento di economia e Finanza regionale che mette le basi per i calcoli relativi al bilancio di previsione.
I principali dati contenuti nel Defr
Negli ultimi tre anni la Sicilia ha avuto una crescita del Pil pari al +3,5%, superiore rispetto al +2,8% del Mezzogiorno e al +2% dell’Italia. Sono i dati contenuti nel Documento di economia e finanza regionale (Defr) per il triennio 2026-2028 approvato oggi dalla giunta su proposta dell’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino.
La Sicilia continua a crescere
“Anche quest’anno, l’Isola sta continuando a crescere – commenta il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – e il mio governo punta a portare i dati oltre le attese con forti politiche di sviluppo e investimenti. Porremo in essere le misure necessarie per contrastare il rallentamento globale dello scenario economico”.
Lo scenario macroeconomico europeo
A seguito della riforma della governance economica europea, il Servizio statistica dell’assessorato dell’Economia ha realizzato un testo complesso che analizza lo scenario macroeconomico, con particolare attenzione alla composizione della domanda e dell’offerta nel mercato regionale, specie rispetto all’export, esamina le direttrici percorse dalla giunta di governo negli ultimi mesi e disegna quelle delle politiche future.
Disavanzo si fissa a 900 milioni
Per quanto riguarda il disavanzo della Regione, questo è passato dagli oltre 7 miliardi del 2018 ai 900 milioni del 2023, anno in cui si sono recuperati oltre 3,1 miliardi.
Nuove entrate e nuovi investimenti
“Nei prossimi anni – afferma l’assessore Dagnino – il governo Schifani intende fare tesoro del “dividendo fiscale”, cioè l’aumento delle entrate dipendente dall’aumento del Pil, per l’incremento della spesa produttiva, in particolare quella per investimenti. L’obiettivo è attivare un circolo virtuoso capace di sostenere ulteriormente la crescita economica, nel rispetto dell’equilibrio della finanza pubblica, mediante l’effetto moltiplicatore tipico della spesa finalizzata allo sviluppo”.






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