Il 18 giugno la Banca d’Italia ha presentato la relazione sull’attività svolta nel 2024 dall’Arbitro Bancario Finanziario (Abf), un sistema di risoluzione alternativa delle controversie che possono sorgere tra i clienti e le banche e gli altri intermediari finanziari.
I dati della Sicilia e il collegio di Palermo
“I dati della Banca Centrale evidenziano una forte incidenza dei ricorsi presentati in Sicilia, che ammontano a 1.160 con 242 ricorsi per milione di abitanti. I numeri pongono la Sicilia al quarto posto per numero di segnalazioni dopo la Lombardia (2.028), il Lazio (1.946) e la Campania (1.589) – afferma Gabriele Urzì dirigente nazionale Fabi e responsabile salute e sicurezza Fabi Palermo. Da sottolineare inoltre che il collegio di Palermo, uno dei sette sul territorio nazionale (gli altri sono Bari, Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino) che raggruppa Sicilia e Sardegna, ha ricevuto 1.605 ricorsi, ponendosi al quinto posto dopo Milano (3.248), Roma (2.870), Bologna (1.778) e Napoli (1.712). Di questi 60 sono stati manifestatamente inammissibili (3,7%), mentre per quanto riguarda l’esito dei ricorsi ne sono stati accolti 870 (il 54,5%), i cessati sono 166 (10,4%) e i respinti sono stati 560 (il 35,1%)”.


I dati complessivi
“Esaminando i dati complessivi – continua Urzì – si evidenzia la crescita dei ricorsi in materie caratterizzate da livelli di complessità più elevati, tra cui conti correnti (+18%) per questioni successorie, chiusura e blocco del conto, e quelli relativi a operazioni fraudolente non autorizzate dai correntisti, in particolare casi di phishing, spoofing, smishing e vishing. Gli esiti sono stati nel 63% dei casi sostanzialmente a favore del ricorrente mentre considerando i ricorsi ricevuti per tipologia di intermediario, il 66,4% riguardano banche, il 16,3% società finanziarie, il 10,4% le poste e il 6,1% gli istituti di moneta elettronica. Il tempo medio di decisione, al netto delle sospensioni, è stato di 114 giorni, un dato ampiamente inferiore ai 180 giorni previsti dalla normativa”.
Le conseguenze per l’intermediario in caso di mancato rispetto della decisione
“Va precisato che, anche se le decisioni dell’Abf non sono vincolanti come quelle del giudice, se l’intermediario non rispetta la decisione o non collabora, l’inadempimento è pubblicato per cinque anni sul sito internet dell’Abf, e la notizia è inoltre pubblicata in evidenza sulla pagina iniziale del sito internet dell’intermediario stesso per la durata di sei mesi. Auspichiamo che la collaborazione degli intermediari finanziari sia sempre piu’ attiva, tenuto conto del rapporto fiduciario tra cliente e istituzione finanziaria che non deve mai essere appannato da controversie ed incomprensioni, se non in casi eccezionali – conclude Urzì”.
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