A Talk Sicilia si parla dello Statuto della Sicilia con Umberto Mendola, presidente del MIAS, il movimento indipendente per l’Autonomia della Sicilia. La mancata applicazione dello Statuto e i danni che ne conseguono sono al centro della strategia politica di Mendola e del Mias.

Per il dirigente politico, “La Sicilia è più che autosufficiente, la Sicilia è ricchissima, al contrario di quello che l’Italia vuole farci credere. La Sicilia ha i giacimenti di petrolio alle raffineria a Gela, a petrolio che l’Italia non ha, ha un gettito fiscale che nessuna regione, neanche Milano, da 10 miliardi all’anno come lei dalla Sicilia. Quindi la disapplicazione dello statuto autonomo fa sì che prendono al Sud per far vivere al Nord. Con l’applicazione dello statuto autonomo potremmo sopravvivere molto bene, anzi non sopravvivere. Potremmo vivere molto bene con le nostre risorse. È semmai il Nord che non può vivere senza il Sud, esattamente al contrario”.

In questi anni il Mias ha  promosso degli atti giudiziari per tentare l’applicazione dello Statuto. “Abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti sulla presenza delle prefetture in Sicilia. Le prefetture non fanno altro che indebolire il tessuto economico siciliano e allontanare l’introduzione al lavoro dei giovani”.

Secondo Mendola, vanno “stracciati” tutti gli accordi economici stipulati tra Stato e Regione siciliana, dall’epoca delle presidenza Crocetta in poi. Sono tutti illegittimi ed è tutta materia che è regolamentata dallo Statuto autonomo speciale e non può essere derogata a patti. Quindi tutti questi accordi sono tutti illegittimi. Da una simile prassi potrebbe derivare un arricchimento eccezionale per la Sicilia, un non dipendere finalmente da Roma, un avere dei soldi per le infrastrutture. Perché ricordiamo che per andare a Catania ci vogliono 3 ore per andare a Roma. Forse ce ne vogliono meno. Ovviamente, fatto un esempio, potrebbe potrebbero derivare una serie di risorse maggiori per aggiustare tutta una serie di cose che fino ad oggi in Sicilia non sono state fatte”.

Articoli correlati