Oggi in Sicilia è l’anniversario dello Statuto autonomo che in realtà, almeno in parte, è rimasto solo sulla carta. A denunciarlo è lo stesso presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in una lettera aperta ai siciliani. Il governatore dell’Isola, in carica dal settembre scorso, parla di continui conflitti con lo Stato. Un messaggio che sembra essere lanciato proprio per riaprire una querelle, rimettere mano all’annosa questione
L’autonomia nel 1946
Lo Statuto autonomo nacque in Sicilia prima ancora della Costituzione Italiana. Fu promulgato il 15 maggio 1946 e poi recepito e fatto parte integrante della stessa Costituzione del successivo giugno. In buona sostanza rappresenterebbe la “carta fondamentale” ed è giunto dopo un lungo percorso di rivendicazione dell’autonomia del popolo siciliano che venne ‘concesso’ in risposta alle istanze di indipendenza. “La nostra autonomia ‘speciale’ – scrive adesso Schifani nella lettera – mai è stata attuata fino in fondo, innescando negli anni numerosi confronti e contenziosi con lo Stato. Oggi, come governo regionale, dobbiamo dare efficienza alla spesa, concentrandola su grandi investimenti, soprattutto nelle infrastrutture e nei collegamenti”.
Il problema insularità
Quasi scontato che nell’affrontare l’argomento Schifani toccasse la questione dell’insularità, vale a dire lo svantaggio che subisce chi nasce e vive su un’isola. Uno svantaggio ormai riconosciuto dall’Europa e dall’Italia e divenuto, lo scorso anno, parte integrante della Carta Costituzionale.
“Una condizione – scrive ancora il governatore – che negli anni ha determinato ritardi nello sviluppo sociale ed economico della nostra terra, riducendo di fatto i nostri diritti rispetto ai cittadini del resto della Penisola. Il regionalismo differenziato, il cui esame è già avviato dal Parlamento nazionale, impone di considerare i livelli essenziali delle prestazioni. ma anche i doveri di solidarietà e su questo abbiamo chiesto ed ottenuto precisi impegni. Ma deve costituire per l’autonomia siciliana l’occasione per modernizzare le sue istituzioni. Rendendole più efficienti e responsabili, per riformare le Province, riorganizzare la pubblica amministrazione, semplificando le procedure e snellendo la burocrazia, accrescere la qualità dei servizi”.
Il divario fra nord e Sud che aumenta
Il presidente della Regione analizza anche come il divario tra Nord e Sud in Italia sia aumentato, e lo dicono tutte le analisi statistiche. “Ho riaffermato sul disegno di riforma del regionalismo che se si sono fatti passi in avanti rispetto al testo iniziale, che è stato modificato – prosegue la missiva -. Questo non significa che sia un’adesione definitiva, sia chiaro. Qualsiasi riforma non può essere penalizzante per la Sicilia e per il Sud. Vanno stabiliti i livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi che vanno garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale, riguardano i diritti civili e sociali da tutelare per tutti i cittadini”.
Le polemiche sull’autonomia differenziata
Negli ultimi tempi, poi, è stata rilanciata dal governo nazionale la cosiddetta “autonomia differenziata”. In tanti, specie dal centrosinistra, la stanno vivendo come un’ulteriore penalizzazione per la Sicilia, Schifani invece non la vede così.
“E’ una scommessa e io mi aspetto da parte dei nostri ministri un’attenzione forte, in particolare per la nostra Sicilia. Il parlamento nazionale sul tema dell’insularità ha stanziato soltanto 10 milioni, troppo pochi. Non accetteremo che la prossima finanziaria renda evanescente questo principio costituzionale che la Sicilia ha conquistato con le altre isole. E per questo una quota dovrà essere destinata alla riduzione del costo dei trasporti, a partire dai voli”.
Modernizzare la macchina
“Settantasette anni di autonomia costituiscono un traguardo, ma soprattutto un impegno”. dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in occasione del 77° anniversario della promulgazione dello Statuto autonomistico siciliano. “Il regionalismo differenziato deve costituire per l’autonomia siciliana l’occasione per modernizzare le sue istituzioni e per riorganizzare la pubblica amministrazione. Sul disegno di riforma in materia ho riaffermato che se si sono fatti passi in avanti rispetto al testo iniziale, che è stato modificato, questo non significa che sia un’adesione definitiva, sia chiaro. Qualunque riforma non può essere penalizzante per la Sicilia e per il Sud. I livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi vanno garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. L’appello che rivolgo a tutte le componenti politiche, sindacali, sociali, culturali della nostra Regione, è di aprire un confronto leale, per affrontare insieme le sfide”.
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