I siciliani divorziano sempre più spesso e nella maggior parte dei casi non si risposano una seconda volta. Sono appena il 16%, secondo i dati riportati dall’Istat, i matrimoni in Sicilia con almeno uno dei due sposi a seconde nozze. Una percentuale piuttosto bassa, se si osservano le altre regioni: in Valle d’Aosta si arriva al 40,8%, in Liguria al 40,6%, in Friuli-Venezia Giulia al 37,3% e in Piemonte al 37,1%. Le incidenze più basse si rilevano, invece, in Campania, al 15,3%, in Calabria, al 15,9%, e Basilicata, al 18,7%.
Le separazioni consensuali
In Sicilia invece si è più propensi alle separazioni e divorzi consensuali, gestiti attraverso accordi privati tra avvocati: la quota raggiunge il suo valore massimo nel Lazio (21,0%), e poi figura proprio l’Isola al 13,6%, Campania (12,5%) e Toscana (12,4%). Anche in questo caso, sono le regioni del Nord che manifestano una maggiore preferenza verso un distacco meno traumatico, e anche meno oneroso, o attraverso la procedura ex art.12 (direttamente presso lo Stato Civile) o attraverso quella ex art.6 (negoziazioni assistite da avvocati). Le regioni in cui il ricorso alle procedure ex art. 12 è più diffuso sono la Valle d’Aosta (39,7%), la provincia autonoma di Bolzano (35,3%), la provincia di Trento (34,4%) e l’Emilia-Romagna (33,3%).
In tribunale
Sul versante dei divorzi consensuali conclusi in tribunale, le regioni in cui trovano maggiore diffusione sono la provincia autonoma di Bolzano (53,9% sul totale dei divorzi), la Basilicata (51,3%), le Marche (47,7%) e l’Umbria (45,2%). Più sanguigni e meno propensi alla ricerca di un accordo nelle regioni del Sud: il ricorso ai divorzi giudiziari è maggiore nei tribunali di Sardegna (42,7%), Calabria (42,3%), Puglia (38,8%) e Campania (37,9%).
Diminuiscono anche i matrimoni tra giovani
Se i divorzi aumentano, diminuiscono i primi matrimoni tra i giovani: i dati del 2020 ovviamente soffrono dell’impatto della pandemia da covid19, evidenziando un crollo di portata eccezionale che ha quasi dimezzato il numero delle nozze in un solo anno: sono stati celebrati 96.841 matrimoni, 87 mila in meno rispetto al 2019 (-47,4%). A livello territoriale, il calo è molto più pronunciato nel Mezzogiorno (-54,9%) rispetto al Centro (-46,1%) e, soprattutto, al Nord (-40,6%). La diversa intensità nella diminuzione dei matrimoni è riconducibile anche alle diverse tipologie di celebrazioni e festeggiamenti e al livello di partecipazione che in genere contraddistinguono le diverse aree del territorio italiano, con le regioni del Sud che continuano a vivere queste cerimonie come un momento di grande impatto sociale e familiare.
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