Un giovane di 18 anni, figlio di rifugiati di guerra, arrivati in Italia alla fine degli anni ’90, nato e cresciuto a Palermo e seguito dai servizi sociali del Comune, rischia di vedersi negata la concessione della residenza virtuale, pur avendo la ricevuta dell’istanza di richiesta di permesso di soggiorno.
“Il tavolo tecnico per la valutazione dei requisiti della residenza virtuale, riunitosi lo scorso 20 dicembre – scrive l’assessore alla cittadinanza solidale Giuseppe Mattina in una nota inviata al sindaco Leoluca Orlando – ha sospeso la decisione sul caso per volontà dell’operatore dell’anagrafe che ha mostrato dubbi sulla possibilità di accettare la sola ricevuta del permesso di soggiorno in luogo del documento di soggiorno”.
Marko (nome di fantasia ndr), che ha prodotto i certificati di frequenza delle scuole cittadine, se non avrà l’iscrizione anagrafica in tempi rapidi, rischia di vedersi precludere la possibilità di acquisire la cittadinanza italiana.
Dovrebbe infatti giurare entro il compimento del 19/o anno. A questo punto è intervenuto il sindaco Orlando che ha scritto una nota al capo area servizi ai cittadini Maurizio Pedicone con la quale “si invita con immediatezza all’iscrizione virtuale”, di Marko che tra l’altro ha una situazione molto delicata in famiglia ed è seguito anche degli operatori della Missione di Speranza e carità di Biagio Conte. La dimostrazione del fatto oggettivo che Marko è rimasto nel nostro Paese, condizione per richiedere la cittadinanza italiana, è data dal suo percorso scolastico seguito a Palermo”.
“Va sottolineato – precisa il sindaco Leoluca Orlando – che questa vicenda non ha nulla a che vedere con la nuova normativa introdotta dal ‘Decreto Insicurezza’, perché il ragazzo è nato e cresciuto a Palermo da rifugiati di guerra, ha frequentato le scuole a Palermo e oggi ha anche la possibilità di trovare un lavoro a Palermo”. “Tuttavia – aggiunge il sindaco – questa vicenda dimostra anche l’effetto culturalmente devastante del clima di caccia allo straniero portato avanti dal Governo a guida leghista: un clima che si ripercuote anche sul funzionamento degli uffici comunali, dove, anche davanti a documenti rilasciati dagli organi di Polizia, i funzionari temono per qualsiasi atto riguardi i cittadini stranieri”. “Anche per questo – conclude Orlando – intendo proseguire sulla strada del rispetto della Costituzione, per riaffermare quanto sostengo da tempo e cioè che dietro l’attacco ai migranti si cela un generale attacco ai diritti di tutti e alle garanzie costituzionali per tutti”.
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