Dopo gli arresti per le tangenti a Bellolampo il terremoto istituzionale. Nel corso della conferenza stampa, convocata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando a Palazzo delle Aquile, il primo cittadino non ha lesinato nomi e cognomi, ma anche accuse al governo regionale, responsabile, secondo Orlando, della volontà di spingere verso la gestione dei privati a scapito del pubblico.

“Ecoambiente – ha detto Orlando – è stata voluta dalla Regione a Bellolampo, ma noi abbiamo fatto di tutto per liberarci di questa presenza perché non riteniamo che l’affidamento del servizio dovesse avvenire senza gara. Scaduta la convenzione, 31 maggio 2019, l’azienda è stata estromessa, ma il dipartimento regionale dei Rifiuti con un provvedimento l’ha ritenuta a disposizione. Noi ce ne siamo sbarazzati, ma è tornata come fiore gradito nella sede del padrone. Quello stesso organo regionale che spinge verso i privati, cioè il dipartimento Rifiuti, fa ostruzionismo sulla costruzione della settima vasca che eliminerebbe il problema dello spostamento verso i privati. Senza un’impiantistica pubblica si agevola un gruppo di farabutti i cui cognomi ho ripetuto in tutte le sedi deputate. Non abbiamo cambiato l’assetto dell’organigramma a Bellolampo perché avrebbe ostacolato le indagini, ma adesso tutto sarà rivoluzionato e nessuno resterà lì, cambierà in modo radicale la sua governance”.

La consapevolezza che qualcosa a livello giudiziario si stesse muovendo, nasceva nel sindaco e nei vertici Rap in seguito ad un esposto in cui il presidente Giuseppe Norata aveva messo nero su bianco le “sensazioni” accumulate soprattutto dopo la scadenza del contratto con Ecoambiente, quando si sarebbero verificati strani incidenti e accadimenti ai mezzi e all’impianto.

Norata ha anche chiarito il ruolo di Vincenzo Bonanno, tra gli arrestati odierni, all’interno dell’azienda: “Si occupava della discarica, ma da quando è stata chiusa era il responsabile dell’impianto mobile, come si sa a Bellolampo non possiamo smaltire niente ed è lui che si occupava dei trasferimenti dei rifiuti. Scaduta la convenzione con Ecoambiente su indicazione dell’amministrazione comunale, siamo passati ad un impianto mobile”.

“Mancava – ha detto il direttore di Rap Roberto Li Causi – un ufficio di controllo interno, la cui immediata costituzione si è resa necessaria per quelle “sensazioni” che ci arrivavano e non avevamo altro modo per accertarle. Da quando è nato l’uffiicio, le prime fatture prese in analisi sono quelle di Ecoambiente e Oikos”.

Che siamo all’inizio di una slavina, è confermato dalle stesse parole di Orlando: “Il sindaco di Palermo non si muove per una mazzetta da cinque mila euro, gli arresti sono avvenuti perché in flagranza di reato, l’indagine è più ampia e noi siamo ancora più contenti”.

Sullo scontro con la commissione regionale Antimafia e il suo presidente Claudio Fava, Orlando ha chiarito di non avere gradito l’esclusione del ruolo dell’Anci sull’inchiesta aperta dalla stessa commissione per lo scarso rispetto verso i sindaci siciliani di ogni colore politico, ma anche il disappunto per la mancata audizione del presidente della Rap sulla questione.

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