Grandi emozioni al Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo. Andrà in scena l’1 e 2 aprile alle 21 lo spettacolo di voce sperimentale e danza contemporanea ‘Son De Lusc’ di e con Emilia Guarino e Oria.

Le coreografie sono di Emilia Guarino, i canti, la scenografia, i costumi (cuciti a mano) e il make up di Oria, le luci di Michele Ambrose.

Così raccontano lo spettacolo gli organizzatori: “Una cantante e una danzatrice si incontrano per caso alcuni mesi fa. Da allora si sono viste ogni giorno e ogni giorno ciascuna ha insegnato all’altra le cose che sa.
Così è nato questo spettacolo.
Suono e corpo sono in ascolto profondissimo l’uno dell’altro, sono della stessa natura: sono fatti di pneuma, soffio vitale, spinta diaframmatica, respiro amplificato, sono fatti di carne e di ossa e si confrontano con la gravità e con essa si misurano per conquistarsi un appoggio saldo.
Affondare nella ricerca di movimenti e suoni mai emessi prima conduce ad una dimensione di concentrazione, che fa emergere memorie, parti di sé sopite, inascoltate, che chiedono con forza di emergere, di risuonare alla luce, di esistere.
Il Son de Lusc è il culto, quel che c’è da coltivare ogni giorno, è vapore che fluisce nella leggerezza senza incontrare ostacoli, è guardare al di là di ciò che si vede, è il canto, è la danza, è giocare, è dare e ricevere per amore e basta, è cedere, sciogliersi, dire mille volte sì, rendersi felici, è opporsi, dire no a quello che non vuoi, è rabbia per non averlo saputo fare prima, è affermare la propria vitalità, eccedere, è la storia che hai avuto, è la libertà di prendere di sé tutto così com’è, senza giudicare senza correggere senza giustificarsi senza chiedere scusa, mandando al diavolo tutte le etichette sociali unificanti e contenitive che inducono senso di inadeguatezza e colpa per venderci analgesici di ogni tipo.
Son de Lusc non vuole analgesici, vuole sentire, sentire tutto.
In Son de Lusc c’è tutta la complessità delle nostre vite, resa in frammenti sparsi e cronologicamente disordinati di esistenza. Son de Lusc”

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