In data 12 febbraio 2019 si è scritta la nuova storia della comunità di Mezzojuso: un gruppo di cittadini in modo spontaneo, con la collaborazione dell’associazione “Governo del Popolo”, si sono recati presso la Questura di Caltanissetta “a denunciare un tipo di giornalismo denigratorio che per un intero anno ha infangato la nostra meravigliosa comunità”.
Lo dice il sindaco di Mezzojuso, Salvatore Giardina che spiega: “L’amministrazione comunale, da me rappresentata, è orgogliosa di questa iniziativa e ringrazia i cittadini che hanno degnamente rappresentato i valori di legalità e giustizia, valori che sono già insiti nel Dna della nostra popolazione. Mezzojuso ha un tessuto democratico, culturale, artistico ed una storia che affonda le radici prima degli arabi di Sicilia, paese dove si incrociano due riti religiosi che sono il motore vivo della nostra storia da oltre cinque secoli”.
“Da circa un anno – racconta il sindaco . la mia comunità è vittima di un sistema mediatico denigratorio, tramite la trasmissione televisiva “Non è l’Arena” su La7, condotta dal giornalista Massimo Giletti. Ringrazio il dott. Giletti per aver fatto conoscere la storia delle tre sorelle Napoli ma non approvo il modo, la dialettica ed i mezzi utilizzati per screditare la mia persona e l’intera comunità che rappresento. L’Amministrazione comunale non è tenuta assolutamente a conoscere i fatti denunciati dalle mie concittadine all’Autorità giudiziaria per non infrangere le regole del segreto d’ufficio e processuale in corso; sono fiducioso dell’operato dell’Autorità giudiziaria al fine di venire a capo della verità, se verità viene”.
“Se verità vi è mi impegno, unitamente alla giunta – aggiunge il sindaco – a farmi carico affinché giustizia sia fatta per le tre sorelle Napoli, oggi motivo di audience televisivo. I processi si celebrano nei posti deputati ad accertare le prove e la verità con eventuale dispositivo di sentenza. Ad oggi nessun decreto o altro atto è stato emanato dalla competente Autorità affinché le sorelle Napoli possano essere definite “vittime di mafia”. Quindi tutto il processo mediatico ad oggi ha portato solo ed esclusivamente grosse perdite alle molteplici attività del mio territorio, cosa che non posso accettare che i cittadini di Mezzojuso siano etichettati come “mafiosi” ed “omertosi”. Come dichiarato da esponenti del mondo artistico, culturale e giornalistico, la mia comunità è stata definita un fiore all’occhiello per l’accoglienza, l’ospitalità, il calore che noi doniamo a chi ci pregia ed onora della sua presenza”.
“Auspico che questa storia abbia fine – conclude Giardina – per dare la giusta tranquillità e serenità lavorativa agli operatori del settore commerciale, turistico, agricolo e culinario. La mia comunità ha dato prova di grande umanità organizzando eventi aventi respiro nazionale ed internazionale donando delle opere dipinte dagli artisti, che hanno partecipato alla prima collettiva internazionale d’arte, al Cro di Aviano. Questo per me è motivo di orgoglio ed è il primo passo avanti in quanto seguiranno altre iniziative artistico-culturali e di tradizione popolare. Per quanto finora accaduto, mi sono trovato costretto a querelare il dott. Giletti e nei prossimi giorni si terrà la prima udienza”.
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