Mi ha superato e ha iniziato a zigzagare a velocità tra i piccoli birilli che delimitano le carreggiate della Palermo Agrigento, strada ormai trasformata in perenne cantiere con asfalto dissestato e corsie piccole e pericolose.

Non per il nostro automobilista folle a bordo di un Suv blu che ha iniziato una corsa ad oltre 130 chilometri orari fuggendo via dietro i tornanti.

Una delle tante scene a cui ho assistito mentre tornavo da una giornata trascorsa fuori dal capoluogo siciliano. Nel tratto di strada lungo circa 40 chilometri ho visto fare sorpassi e manovre da paura ad automobilisti trasformati in piloti di formula uno.

Segno che il nuovo reato di omicidio stradale non ha ancora modificato i comportamenti di uomini e donne alla guida.

Né lo spauracchio di pene esemplari, né tanto meno il ritiro delle patente fino a 30 anni o multe salatissime. E invece io che credevo di assistere a stili di guida più responsabili mi sono trovato nella stessa giungla. Una Golf e una Bmw che hanno fatto un triplo sorpasso, peggio che in pista.

Mezzi pesanti che a 80 chilometri orari lampeggiavano per superare. Vi assicuro che percorrere la Palermo Agrigento oltre gli 80 chilometri orari viste le condizioni dell’asfalto è un suicidio.

Ed invece c’è chi pestava quell’acceleratore per correre correre cercando di superare tutti. Alla luce di quanto ho visto ieri in presa diretta penso che la nuova legge servirà alle famiglie delle vittime che potranno vedere l’uomo o la donna che ha provocato l’omicidio in galera e senza patente. E dire che la legge è nata anche come deterrente per salvare delle vite umane.