“Se ci fossimo limitati ad utilizzare le risorse messe a budget per il servizio mensa dalla precedente amministrazione, quest’anno la refezione scolastica sarebbe terminata il 16 febbraio. Come del resto è terminata prima anche nel 2022, a metà maggio”. Così l’assessore all’Istruzione del Comune di Palermo Aristide Tamajo replica gli otto consiglieri comunali dell’opposizione a Sala delle Lapidi che, in una nota, gli avevano contestato la sospensione del servizio mensa al 31 maggio quando le scuole primarie e secondarie finiranno il 10 giugno e la scuola dell’infanzia il 30 giugno.

Tamajo “Ereditata situazione economica precaria”

“Abbiamo ereditato una situazione economica precaria – afferma – abbiamo fatto l’impossibile per permettere la prosecuzione del servizio almeno fino alla fine di maggio, grazie allo stanziamento di nuovi fondi e a procedure giuridico-amministrative straordinarie che ci hanno permesso di prorogare per altri tre mesi e mezzo la mensa scolastica. Allo stesso tempo, l’amministrazione Lagalla ha già stanziato le risorse necessarie per garantire la refezione nelle scuole palermitane per i prossimi due anni (prorogabile per altri due) con una gara”.

Le critiche dell’opposizione

A criticare l’amministrazione erano stati, dai banchi dell’opposizione, i consiglieri comunali Teresa Piccione, Giuseppe Lupo, Rosario Arcoleo, Fabio Giambrone, Mariangela Di Gangi, Alberto Mangano, Massimo Giaconia e Carmelo Miceli. Hanno presentato un’interrogazione al sindaco Roberto Lagalla e allo stesso assessore Tamajo.

Questa la nota congiunta: “Per il Comune la scuola finisce prima. Ci stupisce e preoccupa la nota mandata ai dirigenti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie del Comune di Palermo con la quale si annuncia la fine del servizio mensa al 31 maggio. Considerato che le scuole primarie e secondarie finiranno il 10 giugno e la scuola dell’infanzia il 30 giugno, ci chiediamo come sia possibile interrompere la mensa in quella data”.

E prosegue “Che faranno gli alunni e le alunne? Resteranno a casa? Non andranno più a scuola? Certamente l’interruzione di tale servizio impedisce il tempo prolungato, favorisce la dispersione scolastica, rende più difficoltosa la conciliazione dei tempi di lavoro e famiglia, potrebbe persino privare i ragazzi più fragili dell’unico pasto certo ed equilibrato, che pare già essere stato sostituito in alcune scuole con panini e focacce, che certamente non possono essere pasti accettabili. Per sapere di più abbiamo presentato al Sindaco e all’Assessore all’Istruzione un’interrogazione che chiede spiegazioni sul fatto e su come si intenda rimediare”.

 

Articoli correlati