Una folla fuori controllo ha messo in pericolo gli operatori sanitari del 118, intervenuti tempestivamente per prestare soccorso alle vittime della sparatoria in piazza Duomo. Durante la drammatica notte a Monreale, le squadre di soccorso hanno dovuto operare in condizioni estremamente pericolose, aggrediti da una massa di persone agitata mentre cercavano di salvare vite umane.

L’indignazione di Coes Sicilia

Ancora una volta, i soccorritori, armati soltanto della loro professionalità e del desiderio di aiutare, sono stati vittime di violenze inaccettabili. Il direttivo regionale di CoES Sicilia, l’associazione che rappresenta autisti e soccorritori, ha espresso profonda indignazione, sottolineando l’urgenza di interventi concreti per garantire la sicurezza del personale.

“Ogni giorno entriamo in servizio con l’obiettivo di aiutare chi è in difficoltà, dichiarano i rappresentanti di CoES Sicilia, ma non possiamo più accettare di rischiare la vita senza alcuna protezione.” Gli operatori chiedono un intervento immediato da parte delle autorità competenti: prefettura, assessorato regionale alla Salute, presidenza della Regione siciliana, ministeri dell’Interno e della Salute.

“ Chiediamo maggiore vigilanza armata privata”

Per poter intervenire tempestivamente è necessario creare le opportune condizioni di sicurezza: “Chiediamo con forza l’adozione di misure concrete per la protezione dei soccorritori, anche attraverso l’impiego di vigilanza armata privata – aggiungono i soccorritori – La verifica rigorosa delle condizioni di sicurezza da parte delle centrali operative prima dell’invio dei mezzi di soccorso. Un uso corretto e responsabile del servizio di emergenza, evitando abusi che mettono a rischio la vita di operatori e pazienti. Il 118 non è un servizio taxi. Le ambulanze devono restare disponibili per chi ha reale bisogno di aiuto. Non siamo soldati: siamo lavoratori al servizio della collettività.  Con dignità e senso del dovere continueremo a soccorrere e a salvare vite. Ma, in assenza di risposte concrete e immediate, siamo pronti a intraprendere forme di protesta pacifica, fino al blocco delle ambulanze davanti alla prefettura. I soccorritori meritano rispetto, protezione e dignità. Non vogliamo più rischiare la vita mentre cerchiamo di salvare quella degli altri”.