“Le scuse e i motivi, veri o presunti, di rinvio sono finiti. La Regione Siciliana può e deve procedere alla stabilizzazione dei precari che sono utilmente collocati nel bacino. Non si può aspettare più e ci sono, ormai, tutti gli strumenti normativi ed economici per procedere”. Lo dice il Sottosegretario Davide Faraone dopo che, venerdì scorso, il Consiglio dei Ministri ha approvato l’ultima versione del Testo Unico del pubblico impiego e del decreto attuativo sui procedimenti disciplinari.

Insieme alle norme di riforma sul pubblico impiego, infatti, il Testo Unico contiene novità rilevanti anche per i precari storici della Pubblica Amministrazione, stabilendo un preciso percorso di stabilizzazione.

“La legge regionale approvata il 29 dicembre scorso (27/2016), era già essa frutto di una lunga interlocuzione con lo Stato. La norma non è stata impugnata ma tutto, in Sicilia, è rimasto ugualmente e inspiegabilmente fermo”, afferma Faraone.

“La Regione ha scelto di aspettare la riforma Madia quando invece avrebbe potuto, intanto, avviare efficacemente tutte le procedure per farsi trovare pronta, oggi, alla stabilizzazione. Avrebbe potuto, ad esempio, effettuare la ricognizione dei posti disponibili nei Comuni siciliani, così come alla Regione stessa dove possono già essere direttamente inquadrati tutti i precari regionali aventi titolo. Basta indugi – chiosa Faraone – la Regione avvii immediatamente il percorso per uniformare la legge regionale al testo Unico Madia nella sua ultima versione”.

“Alla riapertura dei lavori, il 14 giugno, il Parlamento siciliano deve trovarsi di fronte a una proposta già formulata dal governo e concordata con Roma che possa essere analizzata ed approvata con immediatezza, attraverso una corsia preferenziale per recuperare il tempo fin qui perduto. Non è più tollerabile – conclude Faraone – qualsiasi altro ritardo. Tutto ciò che può essere fatto subito, ed è tanto, sia fatto senza ulteriori scuse”.