Lo stop alla decontribuzione Sud rischia di bloccare la crescita della Sicilia e del meridione d’Italia. dopo gli allarmi dei giorni scorsi anche gli industriali dell’isola scendono in campo preoccupati.

“Decontribuzione Sud è per il Mezzogiorno in generale, e per la Sicilia in particolare, una misura irrinunciabile non solo per preservare la tenuta dell’occupazione, ma anche per far crescere la forza lavoro, bilanciando il pesante gap che ancora oggi caratterizza chi vuole fare impresa al Sud”.

Non possiamo pensare adesso ad una battuta d’arresto

A parlare è il presidente di Sicindustria, Luigi Rizzolo, che decide di intervenire e non usa mezzi termini: “È il momento di spingere sulla crescita, cogliendo tutti i segnali di vitalità che il Mezzogiorno sta mostrando con tassi di sviluppo superiori a quelli del Centro-Nord. Non possiamo pensare adesso a una battuta d’arresto”.

Una misura che compensa, in parte, lo svantaggio dell’insularità

“Ma per continuare a crescere è necessario poter contare ancora su Decontribuzione Sud che, soprattutto per quanto riguarda la Sicilia, compensa quella condizione di insularità che grava sulla nostra regione per oltre 6 miliardi di euro all’anno, ossia un onere occulto di circa 1.200 euro che ogni siciliano paga per compensare il divario con il resto della penisola. È per questo che chiediamo che la misura non solo venga rinnovata, ma che diventi strutturale nel medio periodo, così da permettere anche a chi decide di investire nell’Isola di poter programmare con certezza il proprio futuro. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo: occorre chiudere subito il negoziato con l’Unione europea”.

L’allarme legato al bilancio di previsione dello Stato

L’allarme deriva dai conti sul bilancio di previsione triennale dello Stato. Complessivamente, nel triennio 2025-2027, le risorse destinate a misure specifiche per il Mezzogiorno dovrebbero ridursi di 5,3 miliardi di euro. Lo Svimez calcola gli effetti finanziari nel triennio delle misure specifiche per il Mezzogiorno contenute in Manovra (abrogazione di decontribuzione Sud, Fondo interventi per il Mezzogiorno, credito di imposta Zes Unica e sgravio contributivo neo-assunti Zes Unica): 1,78 miliardi in meno nel 2025, -2,92 miliardi nel 2026 e -625 milioni nel 2026