Stop alle sanatorie di costruzioni private realizzate in Sicilia entro i 150 metri dal mare in violazione del vincolo assoluto di inedificabilità. La Corte costituzionale, con una sentenza pubblicata ieri, la  n. 72 del 23 maggio 2025, ha confermato la legittimità dell’applicazione immediata anche alle strutture di proprietà privata del vincolo di inedificabilità della fascia dei 150 metri dalla battigia marina stabilito dall’art. 15 della legge regionale Siciliana n. 78 del 1976 così come poi modificata da leggi regionale de 1985 e, infine, in base all’interpretazione autentica emanata con legge del 1991.

La Corte Costituzionale si pronunciava su un ricorso incidentale sollevato dal Consiglio di Giustizia amministrativa per la sicilia al quale erano giunti numerosi appelli tendenti proprio ad ottenere l’ammissione a sanatoria. Sono 18 io casi rispetto ai quali, con ordinanze analoghe, il Cga dubitava della legittimità proprio dell’interpretazione autentica fornita dalla legge del 1991 palesando l’eventualità che tale disposizione non si configurasse come “interpretazione autentica”.

Di fatto la questione prettamente giuridica avrebbe consentito di superare, limitatamente ad lacuni fabbricati, il vincolo assoluto e ammetterli a sanatoria.

Ricorsi a favore della legge regionale

Di fatto la Corte Costituzionale conferma validità e bontà delle norme regionali in questione e, al tempo stesso, conferma la legittimità anche dell’interpretazione autentica del 1991 accantonando altri quesiti come inammissibili o non fondati.

In difesa della legge regionale erano scese in campo anche alcune associazioni ecologiste con ricorsi in “Amicus Curiae” ovvero a sostegno della norma pur non essendone estensori o soggetti istituzionali legittimati a difenderla. Fra queste anche l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) che aveva inoltrato il 23 giugno 2024 una memoria alla Corte costituzionale per salvaguardare la normativa regionale di tutela costiera della Sicilia, memoria accolta nel giudizio con decreto del Presidente della Corte costituzionale del 5 novembre 2024.

Un tentativo all’ars anche in questa legislatura

Anche in questa legislatura si è tentato di introdurre la sanatoria dei beni confiscati realizzati in riva al mare e assegnati ai comuni all’interno del recepimento del “Salva casa” nazionale. Lo scopo era l’uso pubblico di quel bene. la norma fu bocciata in Commissione. Adesso la Corte Costituzionale toglie ogni dubbio anche per quel che riguarda le costruzione private senza scopo pubblico.

L’attacco 5 stelle

“È evidente, – commenta la deputata del Movimento 5 Stelle Cristina Ciminnisi, componente della commissione Ambiente dell’Ars- l’ostinazione del centrodestra siciliano nel perseguire una politica delle sanatorie che non può trovare accoglimento nel nostro ordinamento, perché in contrasto con le leggi che tutelano il paesaggio costiero e una pianificazione ordinata del territorio. Una propaganda politica miope che, promettendo sanatorie notoriamente incostituzionali, indebolisce la credibilità delle istituzioni e alimenta le diseguaglianze tra i cittadini rispettosi delle leggi e chi oggi spera di aggirarle con una scorciatoia legislativa”.

“E’ indispensabile cambiare strada: serve più controllo sul territorio, un nuovo finanziamento del fondo di rotazione per le demolizioni, norma fortemente voluta dal M5S nella passata legislatura, e meno burocrazia nell’applicazione dei nuovi strumenti di pianificazione territoriale così come disciplinate dalla legge 19/2020”.