“L’attentato di Capaci fu un attacco che la mafia volle scientemente portare alla democrazia italiana. Una strategia criminale, che dopo poche settimane replicò il medesimo, disumano, orrore in via D’Amelio. Ferma fu la reazione delle Istituzioni e del popolo italiano. Ne scaturì una mobilitazione delle coscienze. La lezione di vita di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino divennero parte della migliore etica della Repubblica”. Lo dice il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio nel 32° anniversario della strage di Capaci.

Le parole di Mattarella

“A trentadue anni da quel tragico 23 maggio è doveroso ricordare anzitutto il sacrificio di chi venne barbaramente ucciso: Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani. Insieme a loro ricordiamo Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. Testimoni di legalità, il cui nome resta segnato con caratteri indelebili nella nostra storia. I loro nomi sono affermazione di impegno per una vittoria definitiva sul cancro mafioso e il pensiero commosso va ai loro familiari che ne custodiscono memoria ed eredità morale”.

Maria Falcone: “Ognuno faccia la sua parte ma niente passerelle”

“Ognuno deve fare la sua parte, come sa e può fare, senza contestazioni o avversità. Tutti insieme, senza che uno sia contro l’altro”, è l’appello di Maria Falcone, presidente della Fondazione intitolata al fratello Giovanni, ucciso assieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani nella strage di Capaci. La sorella del magistrato, da tanti anni impegnata nel portare la testimonianza sul valore e sulle idee del giudice nelle scuole e nella società, ha voluto richiamare tutti a un unico obiettivo per evitare che la miriade di appuntamenti che si sommano ad ogni anniversario possano in qualche modo attenuare la memoria, sia pure dolorosa, e la forza del messaggio della lotta alla mafia.

E in un altro passaggio dell’intervista di Fabio Geraci, in edicola oggi sul Giornale di Sicilia, la sorella del giudice aggiunge: “Dico sempre che per me va bene tutto, la cosa importante è che non ci siano contestazioni fra le parti. Io sono più importante di te, io faccio di più, tu fai questo… così non mi piace. Insomma la partecipazione corale va benissimo, facciamola tutti. Noi per primi con il museo che inaugureremo stamattina a Palazzo Jung. Non sarà il museo della Fondazione Falcone, apparterrà alla città. Passerelle non ne abbiamo mai fatte, è un termine che detesto. La Fondazione lavora tutto l’anno: alle nostre iniziative, a Palazzo Jung come prima all’aula bunker, inviteremo i rappresentanti delle istituzioni di tutti i colori politici. Ed è giusto che vengano per prendersi le proprie responsabilità e rendersi conto di cosa significa veramente combattere la mafia”.

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