Resta riservata la prognosi sulla vita sul paziente coinvolto nell’incidente sul lavoro di Casteldaccia e ricoverato nella terapia intensiva del Dipartimento di Emergenza del Policlinico.
Nel corso delle ultime 24 ore, l’equipe diretta dal professore Antonino Giarratano, ha effettuato due “finestre” nella sedazione, restando sotto controllo la funzione respiratoria, supportata ancora meccanicamente, e si sono registrate alcune risposte finalizzate agli ordini semplici.
L’Azienda ospedaliera universitaria smentisce categoricamente le notizie apparse su alcune testate giornalistiche circa “un risveglio dal coma del paziente” e invita a ricorrere alle fonti ufficiali per la verifica delle informazioni.
Il giorno delle autopsie sui corpi degli operai
Sono state spostate ad oggi, giovedì 9 maggio, al Policlinico di Palermo, le autopsie dei 5 operai morti lunedì mentre lavoravano alla rete fognaria di Casteldaccia nel Palermitano. Sul drammatico incidente sul lavoro ha aperto una indagine per omicidio colposo plurimo la Procura di Termini Imerese. La fissazione degli esami medico-legali, accertamenti irripetibili, potrebbe portare ai primi avvisi di garanzia: un atto necessario per dare la possibilità alle persone a vario titolo coinvolte nella vicenda di nominare propri consulenti in modo che possano partecipare alle autopsie.
La pista privilegiata nelle indagini
Secondo le prime ricostruzioni, le vittime lavoravano per la Quadrifoglio Group che si era aggiudicata in subappalto dalla Tek i lavori di manutenzione della rete fognaria di Casteldaccia e di altri comuni, lavori esternalizzati da Amap, la municipalizzata del capoluogo, e non sarebbero dovute scendere nell’impianto ma avrebbero dovuto procedere allo spurgo dei tombini dalla strada.
La sonda dell’autospurgo, che avrebbero dovuto calare dall’esterno – il tombino era stato ricoperto di asfalto in precedenti lavori stradali – si sarebbe bloccata e gli operai avrebbero chiesto il permesso al direttore dei lavori di Amap di scendere sotto terra. Il tappo che impediva alla sonda di spurgare sarebbe saltato e i primi 3 dipendenti sarebbero stati investiti da liquami e gas letale, avrebbero perso i sensi e sarebbero precipitati nella vasca sottostante.
Il tentativo di soccorrere le prime vittime
Per soccorrerli altri tre lavoratori sarebbero scesi. Altri due sono morti, uno è in fin di vita. Le indagini puntano a chiarire eventuali falle nella sicurezza – nessuno degli operai indossava mascherine -, con quali criteri fosse stato selezionato il personale che non sarebbe stato specializzato e non avrebbe seguito corsi di sicurezza e perché il tecnico Amap ha autorizzato le vittime a scendere nella stanza dell’impianto. C’è da chiarire anche la catena di responsabilità nella vigilanza sui lavori subappaltati alla ditta.
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