Primi squarci di luce sulla strage di Capaci del 23 maggio del 1992. La Corte d’Assise di Caltanissetta ha condannato all’ergastolo, Salvino Madonia, Lorenzo Tinnirello, Giorgio Pizzo e Cosimo Lo Nigro.
Tina Montinaro, moglie di Antonio, capo scorta del giudice Giovanni Falcone, qual è la sua impressione?
“La mia impressione è che, come ha detto lei poco fa, finalmente uno squarcio di luce si incomincia a vedere e quindi è quello che fa stare bene noi familiari”.
Come reputa questa sentenza? Equa? Quali sono le sensazioni che le ha suscitato?
“Sicuramente equa, anche perché i magistrati di Caltanissetta, in questa sentenza, hanno tenuto conto anche dei familiari e li hanno rispettati. Quindi è chiaro che da parte mia va un grande grazie a tutti i procuratori”.
Questa sentenza arriva dopo 24 anni. L’anno prossimo saranno 25 anni da quel tragico maggio del ’92 e nello specifico arriva in una ricorrenza particolare della sua vita privata.
“Bé sì, perché questa sentenza è arrivata a poche ore dal giorno 27. Il giorno 27 di 28 anni fa mi sono sposata. Quindi l’ho ritenuto un grande regalo da parte di mio marito”.
Lei sta portando avanti la memoria di suo marito con determinazione. Crede che sia ancora utile? Che alla gente interessi ancora?
“Sì, io penso che sia utile perché la memoria è molto importante. E anzi io vorrei proprio ricordare che l’anno prossimo è il venticinquesimo anniversario e quindi vorrei avere il piacere di avere, insieme alla signora Maria Falcone, tutti i palermitani che stavano in piazza con noi nel 1992. Penso che sia il ricordo più bello per tutti i nostri morti”.
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