Arresti convalidati per il dirigente Rap e i due imprenditori bloccati in flagranza di reato mentre si passavano una mazzetta da 5 mila euro.

Il gip  ha disposto gli arresti domiciliari per il direttore  della discarica di Bellolampo Vincenzo Bonanno, già sospeso dall’azienda, e per i due imprenditori, il catanese Emanuele Gaetano Caruso, che fisicamente consegnò la busta al dirigente Rap e per Daniela Pisasale, la sua compagna nella vita e negli affari.

Nell’auto del dirigente Rap gli investigatori hanno trovato altri 13.250 euro che secondo l’accusa farebbero parte anch’essi di un’ulteriore mazzetta.

Bonanno, che secondo l’accusa era a libro paga dei due imprenditori, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Oltre a quella del dirigente Rap nella stessa udienza si sono tenute le convalide degli altri due arrestati, l’imprenditore del settore rifiuti Emanuele Gaetano Caruso, originario di Paternò, e la sua compagna Daniela Pisasale, di Siracusa ma residente a Catania, titolare di diverse società per il trattamento dei rifiuti. Sono tutti accusati di corruzione aggravata.

Proprio Bellolampo, nonostante sia l’unica grande discarica pubblica siciliana era stata definita dalla Commissione antimafia regionale “simbolo della crisi rifiuti in Sicilia”.

L’inchiesta non è finita visto che la stessa DIA conferma che l’arresto in flagranza fa parte di una più ampia indagine sulla gestione dei rifiuti a Palermo “diretta ad esplorare i concreti interessi della criminalità organizzata di stampo mafioso nel ciclo dei rifiuti”.

Nei giorni scorsi la Rap è stata già al centro di altre inchieste come, ad esempio solo per ricordare la più recente, quella dei carabinieri sui maxi furti di carburante proprio nella discarica che ha portato a 21 arresti

La società Ecoambiente si occupava nella discarica di Bellolampo di trattare i rifiuti dei comuni della provincia di Palermo e lo ha fatto fino a fine maggio del 2019. Dopo quella data il Comune di Palermo, con la sua partecipata Rap, ha chiesto e ottenuto di subentare alla società privata. È stato acquistato un impianto mobile di trattamento dei rifiuti ed è stata eseguita la manutenzione di quello fisso che in passato si guastava spesso. Nonostante questi interventi l’impianto palermitano non sarebbe stato in grado di trattare tutti i rifiuti e così la Regione ha dato la possibilità di portare l’immondizia in quattro siti tra cui l’impianto di Alcamo della Ecoambiente.

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